Investing.com - I futures del petrolio greggio sono in salita nella mattinata europea di questo martedì, nelle aspettative verso nuove misure di allentamento per la Federal Reserve; tuttavia gli investitori restano cauti nei timori sul precipizio fiscale e sull’incertezza politica in Italia.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a gennaio sono stati scambiati a 85,78 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,26% sulla giornata.
I prezzi del petrolio sono supportati dalle aspettative che la Federal Reserve possa annunciare ulteriori misure di stimolo a conclusione del vertice di 2 giorni che terminerà questo mercoledì.
La moneta USA tende a muoversi inversamente al petrolio espresso in dollari, poiché un dollaro più forte rende il petrolio più costoso per i titolari di altre valute.
Gli operatori restano in attesa di sviluppi sui dialoghi per evitare il precipizio fiscale, nei timori che gli aumenti delle tasse e i tagli alle spese in programma all’inizio del 2013 possano far deragliare la ripresa USA.
I traders attendono inoltre il vertice dell’OPEC. Ci si aspetta che il paese mantenga la produzione giornaliera a 30 milioni di barili al giorno per il primo semestre 2013.
Intanto i timori per la situazione politica in Italia si sono allentati, dopo che il Primo Ministro Monti ha fatto scendere i timori delle imminenti dimissioni, dichiarando che intende “completare il suo mandato” in vista delle elezioni 2013.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a gennaio sono saliti dello 0,44%, scambiati a 106,68 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 20,90 dollari al barile.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a gennaio sono stati scambiati a 85,78 dollari al barile nella mattinata europea, in salita dello 0,26% sulla giornata.
I prezzi del petrolio sono supportati dalle aspettative che la Federal Reserve possa annunciare ulteriori misure di stimolo a conclusione del vertice di 2 giorni che terminerà questo mercoledì.
La moneta USA tende a muoversi inversamente al petrolio espresso in dollari, poiché un dollaro più forte rende il petrolio più costoso per i titolari di altre valute.
Gli operatori restano in attesa di sviluppi sui dialoghi per evitare il precipizio fiscale, nei timori che gli aumenti delle tasse e i tagli alle spese in programma all’inizio del 2013 possano far deragliare la ripresa USA.
I traders attendono inoltre il vertice dell’OPEC. Ci si aspetta che il paese mantenga la produzione giornaliera a 30 milioni di barili al giorno per il primo semestre 2013.
Intanto i timori per la situazione politica in Italia si sono allentati, dopo che il Primo Ministro Monti ha fatto scendere i timori delle imminenti dimissioni, dichiarando che intende “completare il suo mandato” in vista delle elezioni 2013.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a gennaio sono saliti dello 0,44%, scambiati a 106,68 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 20,90 dollari al barile.