Per gli esperti di Morgan Stanley (NYSE:MS) IM la Brexit è un sintomo dell’allontanamento dal contesto di politiche favorevoli alle imprese, ma i portafogli sono costruiti per non risentirne
Le elezioni europee hanno in parte distolto l’attenzione dalla Brexit, ma il nodo dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea rimane lì da sciogliere. È presumibile che il prossimo leader del partito conservatore, probabile primo ministro, appoggerà il “No Deal”, o quanto meno escluderà una proroga oltre il 31 ottobre. Il problema è capire se il Parlamento britannico sarà in grado di bloccare questo epilogo, considerando che l’attuale maggioranza è contraria al No Deal. Data la difficoltà nel fare previsioni che emerge da questo quadro, in un recente rapporto di Morgan Stanley Investment Management si parla di “viaggio nell’ignoto”: il Regno Unito entra in acque costituzionalmente inesplorate. “In ultima istanza, si profila sempre più una scelta binaria tra il No Deal e il Remain” si legge nel rapporto, “una decisione che avverrà mediante elezioni generali, un referendum o persino una revoca dell’Articolo 50: il come è del tutto imprevedibile”.
GLI EFFETTI DEL NO-DEAL
Il No Deal si preannuncia come un notevole shock economico per il Regno Unito e un ostacolo non da poco per l’Europa continentale. Nonostante ciò, in Morgan Stanley ritengono relativamente trascurabile l’impatto sui loro portafogli globali. Le posizioni in azioni inglesi, infatti, sono concentrate su società globali, esposte al Regno Unito solo per il 3-4% dei ricavi. Il rischio di contagio appare contenuto e non ci si aspetta che un tale scenario possa provocare una situazione di risk-off sui mercati. Le vicissitudini del Regno Unito in questi ultimi tre anni hanno peraltro stemperato gli entusiasmi di chi vagheggiava mosse analoghe in Europa...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge