MILANO/ROMA/BRUXELLES (Reuters) - In compagnia di Francia e Belgio, l'Italia incassa da Bruxelles un via libera alla legge di Stabilità per l'anno prossimo condizionato però a una nuova valutazione già a inizio marzo.
Si tratta quindi di una promozione temporanea, mentre quel che sembra certo è che, agli occhi di Bruxelles, Roma può e deve fare di più.
Qualche dettaglio numerico emerge soltanto da un documento tecnico circolato a fine mattino, dove si legge che lo sforzo aggiuntivo richiesto dall'esecutivo sarebbe dell'ordine di grandezza di 0,2/0,3% punti di Pil, in altre parole fino a 4,8 miliardi di euro.
A monte della nuova richiesta - a livello politico peraltro non ancora formalizzata - sarebbe lo scarto nella valutazione dell'impatto delle misure aggiuntive finora proposte dall'Italia per venire incontro alle richieste dell'esecutivo.
Se il primo testo della legge di Stabilità presentato da Matteo Renzi prevedeva per l'anno prossimo una riduzione del disavanzo strutturale limitata a 0,1%, la seconda versione apparentemente 'concordata' in sede Ue ha innalzato il valore dell'aggiustamento a 0,3%.
Uno 0,3% - emerge oggi ma soltanto dal documento tecnico, non da quello reso pubblico - che Bruxelles ritiene però poco credibile in quanto basato su stime ottimistiche in materia di gettito previsto dalla lotta all'evasione e dalla tassazione sul gioco d'azzardo. Da queste misure il governo mette in conto di incassare rispettivamente 3,5 miliardi e 900 milioni.
Debitamente edulcorato e soprattutto orfano di numeri invece, come spesso avviene, il 'parere' adottato stamane formalmente dalla Commissione e illustrato alla stampa dal responsabile per gli Affari economici e monetari Pierre Moscovici.
Nel documento di sintesi dei 'pareri' adottati stamane si fa riferimento, nel caso dell'Italia, del rischio di una "deviazione significativa" del percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di medio termine, da identificarsi con il pareggio di bilancio.
Più esplicito Moscovici, secondo cui sul deficit strutturale 2015 all'Italia "può e deve" essere domandato uno sforzo ulteriore ed è per questo motivo che la legge di Stabilità "non viene ritenuta completamente in linea alle regole".
Giocava d'anticipo stamane da Roma Pier Carlo Padoan, secondo cui il giudizio Ue - peraltro ampiamente scontato da reiterate indiscrezioni stampa - avrebbe tenuto conto le 'circostanze eccezionali' "in termini di profonda recessione, ma anche circostanze eccezionali di tipo positivo come l'agenda di riforme strutturali che si sta mettendo in moto".
Europa o non Europa, nel tardo pomeriggio, intanto, il governo ha deciso di porre la fiducia sulla legge di Stabilità alla Camera.
I responsabili alle Finanze dei 18 Paesi euro avranno del resto occasione di discutere politicamente del giudizio Ue lunedì 8 dicembre, quando è in agenda a Bruxelles l'Eurogruppo informale cui seguirà l'indomani il consueto consiglio Ecofin.