MILANO (Reuters) - L'industria del private equity italiana ha archiviato il 2015 con risultati in crescita, in termini di investimenti, disinvestimenti e raccolta.
I dati sono stati presentati in occasione del convegno annuale di Aifi, l'associazione italiana di settore, e sono stati elaborati in collaborazione con PwC-Transaction Services.
Ottimo soprattutto il risultato della raccolta: +84,5%, a 2,487 miliardi. Il presidente di Aifi, Innocenzo Cipolletta, però, ha lamentato che i numeri "restano ancora troppo bassi in termini assoluti".
Gli investimenti sono cresciuti in numero (342, +10%) e in ammontare (4,620 miliardi, +31%). "L'ammontare", ha sottolineato Anna Gervasoni, direttore generale di Aifi, "ha raggiunto il secondo valore più alto di sempre".
Come di consueto, la parte del leone, tra gli investimenti, viene giocata dai buyout (42% del totale), che hanno registrato un aumento in numero (101, +11%) e amontare (+49,2%).
Bene le operazioni di seed/startup: +15,1% in numero e +74,3% in ammontare. In calo, invece, i deal di expansion (ulteriori investimenti su società già in portafoglio): -71,8%.
L'anno scorso l'ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni è stato pari a 2,903 miliardi (+10,3%). La modalità di exit principale è stata la vendita ad un altro operatore finanziario.