MILANO/PARIGI (Reuters) - Arriverà stasera l'annuncio dell'accordo tra Mediaset (MI:MS) e Vivendi (PA:VIV) che prevede uno scambio azionario pari al 3,5% tra i due gruppi media e la cessione di Premium, pay-Tv del Biscione, ai francesi.
Lo dicono diverse fonti che ricordano come l'intesa, frutto di lunghe trattative tra Vincent Bolloré e la famiglia Berlusconi, debba ancora avere il via libera del Cda di Mediaset, in corso in questi minuti. E' già giunto alcuni giorni fa, invece, l'ok del board di Vivendi.
Bolloré, primo azionista di Vivendi, e Berlusconi si conoscono e stimano da molto tempo. Alle trattative hanno partecipato anche i due figli Yannick e Pier Silvio, che si sono anche recentemente incontrati a Cologno, dice una fonte; anche Tarak Ben Ammar ha avuto fino all'ultimo un ruolo importante nelle trattative.
Mediaset ha chiuso in rialzo del 5,36% in un mercato vicace (+4%); più tranquilla Vivendi (+0,85%). La cessione di Premium "farebbe emergere redditività e generazione di cassa delle attività televisive in chiaro", osserva Icbpi.
Una delle fonti conferma che all'intera Premium, di cui Mediaset ha l'89%, è stato attribuito un valore di circa 800 milioni e che il suo conferimento rientra nel piano di swap azionario attraverso l'utilizzo di azioni proprire: il 3,5% di Vivendi vale circa 875 milioni, quello di Mediaset circa 140 milioni. La differenza intorno ai 730 milioni corrisponde grosso modo all'89% di Mediaset Premium in mano a Cologno (l'11% è di Telefonica (MC:TEF) che cederebbe a sua volta la quota, secondo le indiscrezioni).
Lo scambio, che se confermato aprirebbe in prospettiva nuovi scenari per il futuro del gruppo della famiglia Berlusconi, dovrebbe essere coronato dall'ingresso degli AD, Pier Silvio Berlusconi e Arnaud de Puyfontaine, nei Cda delle due società.
Vivendi, proprietaria tra l'altro della pay Tv francese Canal Plus e del 24,9% di Telecom Italia (MI:TLIT), ha sempre detto di voler investire in contenuti nel Sud Europa; proprio oggi è lo stesso de Puyfontaine a ribadire al Sole: "Il nostro obiettivo è costruire un gruppo media latino con partner chiave delle tlc".
"Il piano è lavorare a una piattaforma di contenuti video on demand simile a Netflix", spiega una fonte a proposito dell'intesa con Mediaset.
Al di là di Premium (un peso sui conti del gruppo ma utile a frenare l'espansione del concorrente Sky), il gruppo di Cologno ha il suo core business nella Tv gratuita in Italia e Spagna. Possibile quindi che l'interesse francese non si limiti a questo primo accordo. Anche la famiglia Berlusconi, dall'altra parte, potrebbe vedere con favore l'ingresso in un gruppo media con le spalle più larghe.
"Non escludiamo che Vivendi voglia a un certo punto rilevare l'intera Mediaset, che non solo le darebbe una presenza nel mercato pubblicitario italianao ma anche in Spagna", commenta in una nota il broker Liberum. Va detto che la famiglia Berlusconi ha sempre smentito le voci di una rinuncia al controllo del gruppo.
"Difficile che Bolloré si accontenti di un 3,5% di Mediaset. Alla fine può essere che Berlusconi abbia deciso di gestire la successione dando ai figli una quota di Vivendi (ma il 3,5% sembra destinato ad andare a Mediaset) piuttosto che la difficile gestione di una Mediaset ‘stand alone’", aggiunge un analista di una banca italiana.
Premium è per ora una società in perdita ed è vista a breakeven solo dal 2017. Ha chiuso il 2015 con un rosso di 83,9 milioni su 641 milioni di ricavi; negativo anche il risultato operativo (-114,8 milioni). I clienti a fine dicembre erano 2,01 milioni.
Il grosso del suo valore sta nei diritti Tv sul calcio: dopo quella che si sta per chiudere, ha davanti a sé ancora due stagioni in esclusiva della Champions League per l'Italia pagate a caro prezzo (circa 700 milioni), che si affiancano ai diritti non esclusivi, sempre fino al 2018, delle principali squadre della Serie A.
(Claudia Cristoferi, Elvira Pollina, Giulia Segreti, Gwénaëlle Barzic)