Investing.com – Il dollaro statunitense è in range stretto contro le principali controparti lunedì, i timori sulla Spagna hanno supportato la richiesta di valuta rifugio, ma il dollaro resta sotto pressione nella speculazione di una possibilità per un ulteriore allentamento quantitativo per la Federal Reserve.
Durante la mattinata degli scambi europei il dollaro è salito contro l’euro, con EUR/USD in calo dello 0,17% a 1,3232.
Venerdì il Dipartimento per il Commercio USA ha dichiarato che il PIL USA ha mostrato una crescita del 2,2% nel primo trimestre, deludendo le aspettative di una crescita del 2,5%.
I dati deludenti hanno alimentato aspettative che la Fed introdurrà ulteriori misure di allentamento monetario per rilanciare la crescita della più grande economia mondiale. All’inizio della settimana, il presidente della Fed Ben Bernanke ha lasciato aperta la possibilità di ulteriori misure per sostenere la crescita economica dopo la riunione di politica monetaria della banca centrale.
Intanto gli investitori restano cauti per via dei timori in Spagna, dopo che i dati ufficiali hanno confermato la recessione in atto ed una contrazione del PIL del primo trimestre dello 0,3% e dello 0,4% su base annua.
I dati hanno fatto seguito alla decisione dell’agenzia di rating Standard & Poor’s di tagliare il credito a lungo termine di 2 tacche, dichiarando che la recessione contrasterà gli sforzi del governo per ridurre uno dei deficit più ampi nel blocco della moneta unica.
Il biglietto verde è sceso vicino al minimo di 8 mesi contro la sterlina, con GBP/USD in salita dello 0,
15% a 1,6289.
La sterlina è rimasta supportata nonostante i dati ufficiali che mostrano che l’economia britannica è entrata in recessione nel primo trimestre, con gli investitori che continuano a vedere al sterlina come alternativa rifugio all’euro.
Il dollaro è sceso contro lo yen ma è salito contro il franco svizzero, con USD/JPY in calo dello 0,14% a 80,15, e USD/CHF in salita dello 0,13% a 0,9075.
Intanto il biglietto verde è salito nei confronti delle controparti canadesi australiane e neozelandesi, con USD/CAD su dello 0,07% a 0,9812, AUD/USD in calo dello 0,25% a 1,0445 e NZD/USD giù dello 0,09% a 0,8213.
In Nuova Zelanda i dati ufficiali hanno mostrato che il disavanzo commerciale si è ristretto inaspettatamente a marzo, scendendo a 134 milioni di dollari neozelandesi contro il 161 milioni del mese precedente.
Un report separato ha mostrato che le licenze edilizie della Nuova Zelanda hanno registrato un aumento del 19,8% a marzo, dopo un calo del 6,7% del mese precedente.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,01% a 78,78.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati del governo sull’IPC delle spese personali core, seguito da un report sull’attività di Chicago.
Durante la mattinata degli scambi europei il dollaro è salito contro l’euro, con EUR/USD in calo dello 0,17% a 1,3232.
Venerdì il Dipartimento per il Commercio USA ha dichiarato che il PIL USA ha mostrato una crescita del 2,2% nel primo trimestre, deludendo le aspettative di una crescita del 2,5%.
I dati deludenti hanno alimentato aspettative che la Fed introdurrà ulteriori misure di allentamento monetario per rilanciare la crescita della più grande economia mondiale. All’inizio della settimana, il presidente della Fed Ben Bernanke ha lasciato aperta la possibilità di ulteriori misure per sostenere la crescita economica dopo la riunione di politica monetaria della banca centrale.
Intanto gli investitori restano cauti per via dei timori in Spagna, dopo che i dati ufficiali hanno confermato la recessione in atto ed una contrazione del PIL del primo trimestre dello 0,3% e dello 0,4% su base annua.
I dati hanno fatto seguito alla decisione dell’agenzia di rating Standard & Poor’s di tagliare il credito a lungo termine di 2 tacche, dichiarando che la recessione contrasterà gli sforzi del governo per ridurre uno dei deficit più ampi nel blocco della moneta unica.
Il biglietto verde è sceso vicino al minimo di 8 mesi contro la sterlina, con GBP/USD in salita dello 0,
15% a 1,6289.
La sterlina è rimasta supportata nonostante i dati ufficiali che mostrano che l’economia britannica è entrata in recessione nel primo trimestre, con gli investitori che continuano a vedere al sterlina come alternativa rifugio all’euro.
Il dollaro è sceso contro lo yen ma è salito contro il franco svizzero, con USD/JPY in calo dello 0,14% a 80,15, e USD/CHF in salita dello 0,13% a 0,9075.
Intanto il biglietto verde è salito nei confronti delle controparti canadesi australiane e neozelandesi, con USD/CAD su dello 0,07% a 0,9812, AUD/USD in calo dello 0,25% a 1,0445 e NZD/USD giù dello 0,09% a 0,8213.
In Nuova Zelanda i dati ufficiali hanno mostrato che il disavanzo commerciale si è ristretto inaspettatamente a marzo, scendendo a 134 milioni di dollari neozelandesi contro il 161 milioni del mese precedente.
Un report separato ha mostrato che le licenze edilizie della Nuova Zelanda hanno registrato un aumento del 19,8% a marzo, dopo un calo del 6,7% del mese precedente.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,01% a 78,78.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati del governo sull’IPC delle spese personali core, seguito da un report sull’attività di Chicago.