Di Peter Nurse
Investing.com - Il dollaro si stabilizza nei primi scambi europei di questo martedì, ma resta vicino al massimo di due anni sulla domanda di asset rifugio, con i trader preoccupati per l’impatto dei lockdown cinesi sulla crescita globale, mentre la Federal Reserve si prepara ad un inasprimento più aggressivo.
Alle 09:15 CEST, l’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale a 101,787, dopo aver segnato il picco di due anni di 101,86 nella notte.
L’indice è balzato di quasi il 3% finora questo mese, il rialzo mensile maggiore dal novembre 2015.
Il lockdown a Shanghai è in vigore ormai da circa un mese e crescono i timori che queste severe misure saranno allargate, con una campagna di screening di massa al momento in corso nel distretto più popoloso di Pechino.
Il Fondo Monetario Internazionale la scorsa settimana ha tagliato le previsioni sulla crescita cinese per quest’anno al 4,4%, ben al di sotto dell’obiettivo di Pechino di circa il 5,5%, citando i rischi di ulteriori lockdown per il COVID-19.
Spingono il dollaro anche le attese di sostanziali aumenti dei tassi da parte della Federal Reserve quest’anno, a partire da un probabile aumento da 50 punti base in occasione del vertice di maggio.
Il cambio USD/CNY scende dello 0,2% a 6,5451, in ripresa dal massimo di un anno di ieri segnato quando la Banca Popolare cinese ha reso noto che taglierà la quantità di valuta estera che le banche devono tenere come riserva.
La coppia AUD/USD va su dello 0,4% a 0,7208, in ripresa dal minimo di due mesi della notte, con i lockdown cinesi che pesano sui prezzi delle materie prime.
Il cambio USD/JPY scende dello 0,2% a 127,87, staccandosi dal minimo di 20 anni della scorsa settimana di 129,40, mentre la coppia GBP/USD è in lieve calo a 1,2735.
Il cambio EUR/USD va giù dello 0,1% a 1,0708, poco sopra il minimo di due anni di 1,0697 di ieri: nemmeno la rielezione del Presidente francese Emmanuel Macron riesce a supportare la moneta unica.