Investing.com – L’euro è sceso contro le principali controparti, per via dei timori sulle previsioni economiche e finanziarie in Spagna, mentre l’incertezza per le elezioni in Spagna e Grecia hanno pesato sul sentimento.
Durante la tarda mattinata degli scambi europei l’euro è sceso contro il dollaro, con EUR/USD in calo dello 0,28% a 1,3215.
Intanto riemergono i timori per la Spagna, dopo che i dati ufficiali hanno confermato la recessione in atto ed una contrazione del PIL del primo trimestre dello 0,3% e dello 0,4% su base annua.
La reazione del mercato è rimasto cauta poiché i dati sono stati leggermente migliori rispetto alle stime rilasciate dalla Banca di Spagna la scorsa settimana, che vedevano una contrazione dello 0,4% nel primo trimestre e una contrazione dello 0,5% su base annua.
I dati sono arrivati dopo un rapporto del governo di venerdì dal quale è emerso che il tasso di disoccupazione del paese è salito ad un record di 24,4% nel primo trimestre.
I dati hanno fatto seguito alla decisione dell’agenzia di rating Standard & Poor’s di tagliare il credito a lungo termine di 2 tacche, e dall’annuncio declassare le banche spagnole.
In una relazione, Eurostat ha dichiarato che l’indice al consumo è aumentato di un destagionalizzato 2,6% ad aprile, invariato rispetto a marzo. Gli economisti avevano previsto un aumento dell’IPC del 2,5% ad aprile, allentando le aspettative per un taglio dei tassi BCE.
Intanto il biglietto verde resta sotto pressione per via dei dati deludenti sul PIL USA hanno alimentato aspettative che la Fed introdurrà un terzo round di misure di allentamento monetario.
La moneta unica è vicina al minimo di 22 mesi contro la sterlina, con EUR/GBP giù dello 0,22% a 0,8130.
La sterlina è rimasta supportata nonostante i dati ufficiali che mostrano che l’economia britannica è entrata in recessione nel primo trimestre, con gli investitori che continuano a vedere al sterlina come alternativa rifugio all’euro.
L’euro è sceso contro lo yen, con EUR/JPY giù dell0 0,38% a 105,96, ma è rimasto pressoché invariato contro il franco svizzero, con EUR/CHF in calo dello 0,02% a 1,2016.
Intanto la moneta unica è mista nei confronti dei dollari canadesi australiani e neozelandesi, con
EUR/CAD in calo dello 0,10% a 1,2981, EUR/AUD su dello 0,18% a 1,2680 ed EUR/NZD su dello 0,02% a 1,6125.
In Nuova Zelanda i dati ufficiali hanno mostrato che il disavanzo commerciale si è ristretto inaspettatamente a marzo, scendendo a 134 milioni di dollari neozelandesi contro il 161 milioni del mese precedente.
Un report separato ha mostrato che le licenze edilizie della Nuova Zelanda hanno registrato un aumento del 19,8% a marzo, dopo un calo del 6,7% del mese precedente.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati del governo sull’IPC delle spese personali core, seguito da un report sull’attività di Chicago.
Durante la tarda mattinata degli scambi europei l’euro è sceso contro il dollaro, con EUR/USD in calo dello 0,28% a 1,3215.
Intanto riemergono i timori per la Spagna, dopo che i dati ufficiali hanno confermato la recessione in atto ed una contrazione del PIL del primo trimestre dello 0,3% e dello 0,4% su base annua.
La reazione del mercato è rimasto cauta poiché i dati sono stati leggermente migliori rispetto alle stime rilasciate dalla Banca di Spagna la scorsa settimana, che vedevano una contrazione dello 0,4% nel primo trimestre e una contrazione dello 0,5% su base annua.
I dati sono arrivati dopo un rapporto del governo di venerdì dal quale è emerso che il tasso di disoccupazione del paese è salito ad un record di 24,4% nel primo trimestre.
I dati hanno fatto seguito alla decisione dell’agenzia di rating Standard & Poor’s di tagliare il credito a lungo termine di 2 tacche, e dall’annuncio declassare le banche spagnole.
In una relazione, Eurostat ha dichiarato che l’indice al consumo è aumentato di un destagionalizzato 2,6% ad aprile, invariato rispetto a marzo. Gli economisti avevano previsto un aumento dell’IPC del 2,5% ad aprile, allentando le aspettative per un taglio dei tassi BCE.
Intanto il biglietto verde resta sotto pressione per via dei dati deludenti sul PIL USA hanno alimentato aspettative che la Fed introdurrà un terzo round di misure di allentamento monetario.
La moneta unica è vicina al minimo di 22 mesi contro la sterlina, con EUR/GBP giù dello 0,22% a 0,8130.
La sterlina è rimasta supportata nonostante i dati ufficiali che mostrano che l’economia britannica è entrata in recessione nel primo trimestre, con gli investitori che continuano a vedere al sterlina come alternativa rifugio all’euro.
L’euro è sceso contro lo yen, con EUR/JPY giù dell0 0,38% a 105,96, ma è rimasto pressoché invariato contro il franco svizzero, con EUR/CHF in calo dello 0,02% a 1,2016.
Intanto la moneta unica è mista nei confronti dei dollari canadesi australiani e neozelandesi, con
EUR/CAD in calo dello 0,10% a 1,2981, EUR/AUD su dello 0,18% a 1,2680 ed EUR/NZD su dello 0,02% a 1,6125.
In Nuova Zelanda i dati ufficiali hanno mostrato che il disavanzo commerciale si è ristretto inaspettatamente a marzo, scendendo a 134 milioni di dollari neozelandesi contro il 161 milioni del mese precedente.
Un report separato ha mostrato che le licenze edilizie della Nuova Zelanda hanno registrato un aumento del 19,8% a marzo, dopo un calo del 6,7% del mese precedente.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati del governo sull’IPC delle spese personali core, seguito da un report sull’attività di Chicago.