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Greggio rimbalza, tra le tensioni in Iran e timori per la Nigeria

Pubblicato 12.01.2012, 09:58
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Investing.com – I futures del petrolio greggio hanno ripreso slancio stamane, tra i timori per un’interruzione delle forniture e iraniane e nigeriane che hanno spinto i prezzi, e l’attesa della decisione del tasso BCE e l’asta di titoli spagnoli.

Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 101,42 dollari al barile, nella mattinata degli scambi europei, in impennata dello 0,55%.

Precedentemente i prezzi del petrolio erano saliti dello 0,75%, a 101,67 dollari al barile.

I traders del petrolio hanno continuato a monitorare le tensioni tra l'Iran e l'Occidente dopo che il ministro delle Finanze giapponese Jun Azumi ha dichiarato che il Giappone ridurrà progressivamente le importazioni di petrolio dall'Iran a sostegno di sanzioni americane contro Teheran.

Le dichiarazioni hanno fatto seguito all’incontro odierno con il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner a Tokyo .

Washington ha imposto ulteriori sanzioni contro l'Iran il mese scorso e l'Unione europea terrà un incontro il 23 gennaio per decidere sulla possibilità di un embargo del petrolio iraniano.

I prezzi del petrolio hanno trovato ulteriore supporto dopo che la Pengassan, principale unione petrolifera in Nigeria, ha dichiarato di essere pronta a fermare la produzione di petrolio se il governo non dovesse ripristinare una sovvenzione al carburante.

L'Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio, ed ha prodotto circa il 5% del petrolio mondiale nel 2010, mentre la Nigeria produce circa 2 milioni di barili al giorno, il maggiore produttore in Africa.

Intanto i mercati sono stati tesi in vista della riunione politica della BCE di oggi. Si prevede che la BCE manterrà i tassi invariati all'1% ribadendo la necessità di ulteriori sforzi da parte dei governi della zona euro devono nell’affrontare la crisi del debito della regione.

Gli investitori attendono le aste di debito in Spagna e Italia, per valutare l’appetibilità delle obbligazioni del debito sovrano della zona euro.

La Spagna metterà all’asta fino a 5 miliardi di euro di euro di titoli di Stato in scadenza nel 2015 e nel 2016 mentre il Tesoro italiano metterà all'asta 4,75 miliardi di obbligazioni quinquennali.

Gli sviluppi della zona euro hanno dominato gli scambi nel mercato del petrolio negli ultimi mesi del 2011, tra le preoccupazioni che la crisi del debito sovrano possa innescare un rallentamento economico più ampio e frenare la domanda di petrolio.

Sull’ICE Futures Exchange, i futures del petrolio Brent con febbraio sono stati scambiati a 113,16 dollari al barile, con un aumento dello 0,82%. Il differenziale tra i Brent e i contratti del greggio si è attestato a 11,74 dollari al barile.

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