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Greggio in salita, tra speranze verso nuovi stimoli e sanzioni in Iran

Pubblicato 03.07.2012, 09:46
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Investing.com – I futures del petrolio greggio sono in salita durante la mattinata di martedì, le speranze verso nuovi stimoli dalle banche centrali mondiali e l’escalation di tensioni tra Iran e Occidente hanno supportato i prezzi.

I guadagni sono stati limitati dai timori sulle previsioni economiche globali e dalle implicazioni sul futuro della domanda.

Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad agosto sono stati scambiati a 84,25 dollari al barile, durante la mattinata europea, in salita dello 0,6%.

Precedentemente il prezzo era salito dell’1,1%, al massimo della sessione di 84,62 dollari al barile.

Ieri l’ISM ha dichiarato che l’attività manifatturiera USA è scesa a 49,7 a giugno, al livello più basso dal luglio 2009, dal 53,5 di maggio.

I dati hanno spinto la speculazione che la Federal Reserve possa implementare un terzi round di allentamento quantitativo per sostenere l’economia USA, colpita dalla crisi in corso nella zona euro.

I dati ufficiali hanno mostrato ieri che l’indice PMI manifatturiero della zona euro è salito a 45,1 a giungo, contro la lettura preliminare di 44,8, stabile alla lettura più bassa dal giugno 2009.

Gli investitori osserveranno inoltre il vertice della BCE fissato per questo giovedì, nelle aspettative verso un taglio degli interessi.

Intanto in Cina, in dati mostrano che il settore manifatturiero cinese che ha segnato la minore crescita degli ultimi 7 mesi a giugno, con un calo delle esportazioni al livello più basso da marzo 2009.

Il giornale statale cinese The China Securities Journal ha dichiarato che i tempi sono maturi perché la Cina riduca le richieste di riserve di liquidità delle banche poiché il calo dell’inflazione offre più spazio alla stabilità economica.

La Cina è il secondo consumatore di petrolio dopo gli stati uniti ed è stato un traino per la domanda.

I prezzi del petrolio hanno trovato il supporto dopo che i media di Tehran hanno diffusa la notizia che il Comitato di Sicurezza Nazionale e di Politica Estera ha presentato un atto per proporre il blocco dello Stretto di Hormuz alle petroliere, in risposta all’embargo UE del petrolio iraniano, iniziato il 1° luglio.

Lo Stretto di Hormuz, che si trova tra Iran e Oman, è uno dei più importanti canali del petrolio del mondo, attraverso il quale passa circa il 33% del petrolio scambiato in tutto l'oceano, secondo le informazioni dell’autorità dell’Energy Administration Americana.

Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad agosto sono saliti dello 0,45%, a 97,78 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 13,53 dollari al barile.

Il Greggio Brent è stato supportato dai timori per un’interruzione delle forniture dalla Norvegia, l’ottavo esportatore di petrolio mondiale.

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