di Jan Strupczewski e Martin Santa
MILANO (Reuters) - La Francia sarà messa sotto pressione dai suoi partner europei che le chiederanno di fare di più per mantenere le sue promesse sul budget. Lo riferiscono fonti diplomatiche, dopo che Parigi lo scorso mercoledì ha annunciato che rinvierà i tagli al deficit di altri due anni.
I ministri delle Finanze della zona euro si incontrano oggi a Milano, e fra le priorità dell'agenda saranno le regole di bilancio della Ue, che limitano i deficit pubblici e stabiliscono scadenze per il loro rientro nei parametri, secondo alcuni funzionari governativi.
Parigi avrebbe dovuto portare il suo deficit sotto il tetto del 3% del Pil il prossimo anno, dopo sei anni consecutivi di non rispetto del limite. Ha mancato la scadenza del 2013 e ottenuto una proroga di due anni, fino al 2015, dai ministri delle finanze Ue.
Mercoledì 10 il ministro delle Finanze francese Michel Sapin ha detto che il paese porterà il deficit il 3% solo nel 2017 e che quest'anno il parametro salirà.
"Sarei sorpreso se paesi che devono fare uno sforzo per rispettare gli impegni non mettessero in discussione le parole di Sapin", dice un alto funzionario della zona euro. "Penso che i paesi che hanno fatto riforme si aspettino che Francia e Italia facciano lo stesso".
L'annuncio francese ha suscitato alcune critiche immediate dalla Germania e da altri paesi dell'eurozona.
"Questi eccessi danneggiano il dibattito su una ragionevole flessibilità delle regole, che dovrebbe essere accessible solo ai paesi che rispettano gli impegni a sistemare le finanze pubbliche e a portare il deficit sotto il 3%", prosegue l'alto funzionario dell'area euro.
I ministri delle Finanze dell'Eurozona diranno probabilmente a Sapin che le economie di molti paesi dell'area stanno crescendo meno del previsto, e questo non può essere una scusa.
"Il messaggio chiave sarà che le regole valgono per tutti, a prescindere dalle dimensioni del paese o i suoi specifici problemi interni", osserva una seconda fonte.
La questione potrebbe essere complicata dal discorso di Mario Draghi di agosto a Jackson Hole. Il presidente Bce ha detto che il contributo delle politiche di bilancio allo stimolo
monetario per aiutare la crescita sarebbe benvenuto, aggiungendo che una flessibilità delle regole potrebbe servire a potenziare una ripresa debole e fare spazio per i costi delle riforme strutturali.
Draghi ha anche detto che "potrebbe essere utile discutere sulla posizione di bilancio complessiva dell'area euro". Alcuni hanno interpretato questa frase come un suggerimento che, dato che la Germania è in pareggio, altri paesi potrebbero permettersi una maggiore spesa per stimolare la crescita.
Ma Draghi ha anche chiarito che i governi devono fare la loro parte.
L'Italia, presidente di turno dell'Unione, è anche favorevole a sfruttare la flessibilità che le regole offrono, puntando sul bonus che le riforme strutturali possono generare per un paese che dispone importanti cambiamenti.
Il problema è che queste riforme portano effetti tangibili solo alcuni anni dopo la loro introduzione e non c'è un modo preciso di misurare prima quale sarà il loro successo.
Il dibattito a Milano sarà puntato su come misurare e valutare le riforme strutturali, dopo che il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan ha proposto un sistema di benchmark su queste riforme per renderle più facili e più comparabili.
"L'idea di base è che la Commissione Europea valuti i progressi fatti da ciascun paese sulle riforme paragonandoli
e guardando alla ricaduta positiva o negativa su altri pasei", commenta un altro funzionario dell'area.
-- ha collaborato Francesca Landini
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