di Steve Scherer e Antonella Cinelli
ROMA/PESCARA DEL TRONTO, Ascoli Piceno (Reuters) - Si affievoliscono le speranze di trovare sopravvissuti tra le macerie del sisma che tre notti fa ha devastato interi paesi nel Lazio e nelle Marche.
Il numero delle vittime, non ancora definitivo, è salito a 278, mentre i feriti sono 388. Il timore è che il bilancio definitivo possa superare quello dell'Aquila, dove nel 2009 i morti furono oltre 300.
Non si scava più nell'area marchigiana di Arquata del Tronto, dove le vittime sono state 49. Ad Ascoli Piceno domani, giornata di lutto nazionale, si svolgeranno i funerali di circa 40 di loro.
Le ricerche proseguono invece tra Amatrice, dove sono morte 218 persone, e Accumoli, 11 vittime. Per loro martedì prossimo Rieti ospiterà esequie religiose, senza salme.
Le ricerche sono rese più difficili e rischiose dalle continue scosse, oltre 1.000 finora, tra cui quella di magnitudo 4.8 che stamani ha reso inagibile il ponte di Tre Occhi, complicando molto le operazioni.
Ieri intanto il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza, stanziando i primi 50 milioni di euro e bloccando le tasse nei territori colpiti.
Il premier Matteo Renzi ha annunciato un vasto piano di prevenzione: "E' il momento in cui insieme l'Italia tutta intera, senza divisioni, può provare a fare il salto di qualità con un progetto che non sia limitato alla gestione dell'emergenza".
"SOLO UN MIRACOLO"
Ad Amatrice mancano ancora all'appello diverse persone, ma "solo un miracolo" potrebbe fare ritrovare vivo qualcuno, ha detto in televisione il sindaco Sergio Pirozzi.
A Pescara del Tronto, frazione di Arquata, "abbiamo rimosso gli ultimi corpi di cui sapevamo", ha spiegato Paolo Cortelli del Soccorso alpino, che qui ha contribuito ad estrarre circa 30 vittime.
"Non sappiamo, e potremmo non saperlo mai, se il numero di dispersi che noi avevamo, corrisponda effettivamente al numero di persone rimaste sotto le macerie", ha aggiunto Cortelli.
Tra le 268 vittime figurano anche 6 rumeni, 3 britannici, 1 cittadino canadese, 1 spagnolo e 1 albanese.
Il sisma ha lasciato senza casa 2.500 persone circa, in borghi montani dove il freddo si fa già sentire.
"E' stata una notte difficile perché c'è una forte escursione termica: di giorno è molto molto caldo, di notte davvero molto freddo", ha detto Anna Maria Ciuccarelli, di Arquata del Tronto.
"Continuano ad esserci scosse precedute da boati, e per chi ha appena vissuto il terremoto è un impatto forte, specie dal punto di vista psicologico", ha spiegato.
Intanto la procura di Rieti ha aperto un'inchiesta per disastro colposo, mentre incalzano le polemiche sulla sicurezza degli edifici in un'area a forte rischio sismico.
- Ha collaborato Gabriele Pileri
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