Investing.com – L’euro è rimasto in calo contro il dollaro USA questo venerdì, con i timori sul peggioramento della crisi del debito nella zona euro, mentre la politica fiscale degli Stati Uniti continua ad allentare il sentimento dei mercati.
Nel pomeriggio degli scambi europei, il cambio EUR/USD ha toccato 1,2725, il minimo giornaliero; successivamente il cambio si è attestato a 1,2748, in calo dello 0,25%.
Supporto a 1,2662, minimo del 13 novembre e di due mesi e resistenza a 1,2827, massimo del 6 novembre.
L’euro è rimasto supportato dai dati ufficiali che hanno mostrato che il surplus commerciale della zona euro è salito a 11,3 miliardi a settembre, rispetto alle previsioni di 10,6 miliardi dopo un surplus di 9,9 del mese precedente.
Ma il sentimento è rimasto piuttosto fragile dopo che la Banca Centrale ha dichiarato in un report che il conto corrente della zona euro si è ridotto più del previsto ad agosto, in calo di 0,8 miliardi da un dato rivisto al rialzo di 10,9 miliardi del mese precedente.
Gli analisti si aspettavano che il surplus del conto corrente scendesse a 9,2 miliardi ad agosto.
I dati ufficiali rilasciati quest’oggi hanno mostrato che l’economia della zona euro è scesa dello 0,1% nel terzo trimestre, contro una contrazione dello 0,2% nel trimestre precedente. Due contrazioni trimestrali consecutive determinano una recessione tecnica.
Intanto gli investitori restano cauti in attesa che il Presidente Obama incontri una delegazione del Congresso nel corso della giornata, per lavorare sulla situazione del “precipizio fiscale” statunitense, rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio.
Si teme che l’economia statunitense possa ricadere in recessione se il Congresso e la Casa Bianca non lavoreranno insieme per trovare un compromesso prima dell’1 gennaio.
L’euro è in calo contro la sterlina e contro lo yen, con EUR/GBP ed EUR/JPY entrambi in calo dello 0,34%, rispettivamente a 0,8027 e 103,39.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati ufficiali sul tasso di capacità di utilizzo e sulla produzione industriale, nonché un report sul bilancio degli acquisti di obbligazioni nazionali ed estere.
Nel pomeriggio degli scambi europei, il cambio EUR/USD ha toccato 1,2725, il minimo giornaliero; successivamente il cambio si è attestato a 1,2748, in calo dello 0,25%.
Supporto a 1,2662, minimo del 13 novembre e di due mesi e resistenza a 1,2827, massimo del 6 novembre.
L’euro è rimasto supportato dai dati ufficiali che hanno mostrato che il surplus commerciale della zona euro è salito a 11,3 miliardi a settembre, rispetto alle previsioni di 10,6 miliardi dopo un surplus di 9,9 del mese precedente.
Ma il sentimento è rimasto piuttosto fragile dopo che la Banca Centrale ha dichiarato in un report che il conto corrente della zona euro si è ridotto più del previsto ad agosto, in calo di 0,8 miliardi da un dato rivisto al rialzo di 10,9 miliardi del mese precedente.
Gli analisti si aspettavano che il surplus del conto corrente scendesse a 9,2 miliardi ad agosto.
I dati ufficiali rilasciati quest’oggi hanno mostrato che l’economia della zona euro è scesa dello 0,1% nel terzo trimestre, contro una contrazione dello 0,2% nel trimestre precedente. Due contrazioni trimestrali consecutive determinano una recessione tecnica.
Intanto gli investitori restano cauti in attesa che il Presidente Obama incontri una delegazione del Congresso nel corso della giornata, per lavorare sulla situazione del “precipizio fiscale” statunitense, rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio.
Si teme che l’economia statunitense possa ricadere in recessione se il Congresso e la Casa Bianca non lavoreranno insieme per trovare un compromesso prima dell’1 gennaio.
L’euro è in calo contro la sterlina e contro lo yen, con EUR/GBP ed EUR/JPY entrambi in calo dello 0,34%, rispettivamente a 0,8027 e 103,39.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati ufficiali sul tasso di capacità di utilizzo e sulla produzione industriale, nonché un report sul bilancio degli acquisti di obbligazioni nazionali ed estere.