Investing.com – L’euro è rimasto stabile vicino al massimo di 5 mesi contro il dollaro USA questo lunedì in seguito all’avvertimento del Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi circa le previsioni per la zona euro che restano “impegnative”.
Nella mattinata degli scambi statunitensi il cambio EUR/USD ha toccato 1,3190, il massimo dal 2 maggio; successivamente il cambio si è attestato a 1,3170, in salita dello 0,06%.
Supporto a 1,3056, minimo di venerdì e resistenza a 1,3240, massimo del 2 maggio.
Comparso dinanzi alla Commissione per gli affari economici e monetari al Parlamento di Bruxelles, Draghi ha dichiarato che l’ambiente economico della zona euro è impegnativo e che rimarrà tale ancora nel prossimo futuro.
Il dollaro è rimasto sotto pressione dopo che la scorsa settimana la Fed ha dichiarato che il tasso d’interesse resterà vicino allo zero finché le previsioni di inflazione rimarranno vicino all’obiettivo del 2% della banca, e finché il tasso di disoccupazione statunitense non scenderà al di sotto del 6,5%.
Restano intanto i timori sul precipizio fiscale USA,
rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio, a meno venga trovato un compromesso prima della scadenza.
L’euro è sceso contro la sterlina, con EUR/GBP in calo dello 0,15%, a 0,8125, ma è rimasto vicino ai massimi plurimensili contro lo yen, con EUR/JPY in salita dello 0,27% a 110,18.
Lo yen si è indebolito in seguito alla vittoria del Partito Liberale Democratico alle elezioni di ieri, che ha alimentato le aspettative verso una politica di allentamento monetario più aggressiva da parte della Banca del Giappone.
L’indice Empire State è sceso a meno 8,1 a dicembre contro una lettura di meno 5,2 nel mese scorso. Gli analisti avevano previsto che l’indice sarebbe sceso a meno 1.
Nella mattinata degli scambi statunitensi il cambio EUR/USD ha toccato 1,3190, il massimo dal 2 maggio; successivamente il cambio si è attestato a 1,3170, in salita dello 0,06%.
Supporto a 1,3056, minimo di venerdì e resistenza a 1,3240, massimo del 2 maggio.
Comparso dinanzi alla Commissione per gli affari economici e monetari al Parlamento di Bruxelles, Draghi ha dichiarato che l’ambiente economico della zona euro è impegnativo e che rimarrà tale ancora nel prossimo futuro.
Il dollaro è rimasto sotto pressione dopo che la scorsa settimana la Fed ha dichiarato che il tasso d’interesse resterà vicino allo zero finché le previsioni di inflazione rimarranno vicino all’obiettivo del 2% della banca, e finché il tasso di disoccupazione statunitense non scenderà al di sotto del 6,5%.
Restano intanto i timori sul precipizio fiscale USA,
rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio, a meno venga trovato un compromesso prima della scadenza.
L’euro è sceso contro la sterlina, con EUR/GBP in calo dello 0,15%, a 0,8125, ma è rimasto vicino ai massimi plurimensili contro lo yen, con EUR/JPY in salita dello 0,27% a 110,18.
Lo yen si è indebolito in seguito alla vittoria del Partito Liberale Democratico alle elezioni di ieri, che ha alimentato le aspettative verso una politica di allentamento monetario più aggressiva da parte della Banca del Giappone.
L’indice Empire State è sceso a meno 8,1 a dicembre contro una lettura di meno 5,2 nel mese scorso. Gli analisti avevano previsto che l’indice sarebbe sceso a meno 1.