Investing.com - L’euro è in salita contro il dollaro USA questo lunedì, nell’ottimismo verso un’alternativa al precipizio fiscale statunitense, tuttavia i guadagni restano limitati dai timori per il debito della Grecia.
Il cambio EUR/USD ha toccato 1,2787 nel pomeriggio degli scambi europei, il massimo della seduta; successivamente il cambio si è attestato a 1,2766, in salita dello 0,18%.
Il cambio troverà il supporto a 1,2689, minimo di venerdì e resistenza a breve termine a 1,2801, il massimo del 15 novembre.
Gli investitori restano concentrati sul “precipizio fiscale” statunitense, rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio.
Il sentimento è stato spinto dopo che i leader del Congresso che venerdì hanno incontrato il Presidente Obama hanno affermato i dialoghi sulla crisi fiscale sono stati “costruttivi”.
Si teme che l’economia USA ricada in recessione, a meno che il Congresso in preda alle divisioni interne e la Casa Bianca non trovino un compromesso prima della scadenza del 1° gennaio.
Gli investitori attendono intanto il vertice dell’Eurogruppo, avente lo scopo di bloccare la prossima tranche di aiuti finanziari alla Grecia.
Ma i timori per la zona euro persistono dopo che i dati ufficiali hanno mostrato che gli ordinativi industriali sono scesi del 4% a settembre, rispetto al mese precedente.
Un secondo report ha mostrato che i prestiti scoperti delle banche spagnole sono saliti ad un record del 10,7% a settembre.
L’euro è sceso contro la sterlina, con EUR/GBP che ha segnato +0,09% a 0,8031 e EUR/JPY in calo dello 0,04% a 103,58.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati sulla vendita di case esistenti.
Il cambio EUR/USD ha toccato 1,2787 nel pomeriggio degli scambi europei, il massimo della seduta; successivamente il cambio si è attestato a 1,2766, in salita dello 0,18%.
Il cambio troverà il supporto a 1,2689, minimo di venerdì e resistenza a breve termine a 1,2801, il massimo del 15 novembre.
Gli investitori restano concentrati sul “precipizio fiscale” statunitense, rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio.
Il sentimento è stato spinto dopo che i leader del Congresso che venerdì hanno incontrato il Presidente Obama hanno affermato i dialoghi sulla crisi fiscale sono stati “costruttivi”.
Si teme che l’economia USA ricada in recessione, a meno che il Congresso in preda alle divisioni interne e la Casa Bianca non trovino un compromesso prima della scadenza del 1° gennaio.
Gli investitori attendono intanto il vertice dell’Eurogruppo, avente lo scopo di bloccare la prossima tranche di aiuti finanziari alla Grecia.
Ma i timori per la zona euro persistono dopo che i dati ufficiali hanno mostrato che gli ordinativi industriali sono scesi del 4% a settembre, rispetto al mese precedente.
Un secondo report ha mostrato che i prestiti scoperti delle banche spagnole sono saliti ad un record del 10,7% a settembre.
L’euro è sceso contro la sterlina, con EUR/GBP che ha segnato +0,09% a 0,8031 e EUR/JPY in calo dello 0,04% a 103,58.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati sulla vendita di case esistenti.