Investing.com – La sterlina è invariata contro il dollaro questo martedì, dopo essere salita ai massimi di mesi e mezzo nelle sedute precedenti, per via di un’inflazione inaspettatamente forte nel Regno Unito che paventa un blocco dell’allentamento monetario da parte della Banca d’Inghilterra nel breve termine.
Nella mattinata degli scambi europei il cambio GBP/USD ha toccato 1,6226, il massimo dal 28 settembre; successivamente il cambio si è attestato a 1,6205, in salita dello 0,01%.
Supporto a 1,6156, minimo di lunedì e resistenza a 1,6271, il massimo dal 28 settembre.
Il sentimento dei mercati è rimasto supportato dalle speranze che i politici raggiungeranno un accordo in tempo per evitare il precipizio fiscale prima della scadenza del 1° gennaio.
Le trattative per evitare l’aumento automatico delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica -che gli investitori temono possano far deragliare la ripresa USA- si sono intensificate negli ultimi giorni, facendo salire le speranze che i politici USA raggiungeranno un accordo per la fine dell’anno.
Nel Regno Unito l’ONS, l’ufficio di statistica britannico, ha dichiarato che l’IPC annuo è rimasto stabile al 2,7% a novembre, dopo un aumento inaspettato ad ottobre, contro le aspettative di un calo del 2,6%.
Su base mensile, l’IPC è salito dello 0,2%, in linea con le aspettative, dopo essere salito dello 0,5% ad ottobre.
L’IPC core che esclude i costi di alimentari, energia, alcol e tabacco è rimasto ad un destagionalizzato 2,6% a novembre, invariato rispetto ad ottobre, confondendo le aspettative verso un aumento al 2,7%.
La sterlina è pressoché invariata contro l’euro, con EUR/GBP in calo dello 0,12%, a 0,8133.
Sempre oggi, l’ONS ha dichiarato che l’inflazione dei prezzi al consumo è salita dello 0,1% a novembre, contro le aspettative di un calo dello 0,1%.
Nella mattinata degli scambi europei il cambio GBP/USD ha toccato 1,6226, il massimo dal 28 settembre; successivamente il cambio si è attestato a 1,6205, in salita dello 0,01%.
Supporto a 1,6156, minimo di lunedì e resistenza a 1,6271, il massimo dal 28 settembre.
Il sentimento dei mercati è rimasto supportato dalle speranze che i politici raggiungeranno un accordo in tempo per evitare il precipizio fiscale prima della scadenza del 1° gennaio.
Le trattative per evitare l’aumento automatico delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica -che gli investitori temono possano far deragliare la ripresa USA- si sono intensificate negli ultimi giorni, facendo salire le speranze che i politici USA raggiungeranno un accordo per la fine dell’anno.
Nel Regno Unito l’ONS, l’ufficio di statistica britannico, ha dichiarato che l’IPC annuo è rimasto stabile al 2,7% a novembre, dopo un aumento inaspettato ad ottobre, contro le aspettative di un calo del 2,6%.
Su base mensile, l’IPC è salito dello 0,2%, in linea con le aspettative, dopo essere salito dello 0,5% ad ottobre.
L’IPC core che esclude i costi di alimentari, energia, alcol e tabacco è rimasto ad un destagionalizzato 2,6% a novembre, invariato rispetto ad ottobre, confondendo le aspettative verso un aumento al 2,7%.
La sterlina è pressoché invariata contro l’euro, con EUR/GBP in calo dello 0,12%, a 0,8133.
Sempre oggi, l’ONS ha dichiarato che l’inflazione dei prezzi al consumo è salita dello 0,1% a novembre, contro le aspettative di un calo dello 0,1%.