Investing.com - La sterlina scende negli scambi della mattinata europea di questo lunedì, dopo il deludente fine settimana a Londra in cui il momento della verità per l’accordo sulla Brexit tra il Primo Ministro Boris Johnson e l’UE è stato rinviato ancora una volta.
Il governo di minoranza di Johnson vorrebbe presentare di nuovo lo stesso accordo in parlamento, ma probabilmente verrà bloccato su basi procedurali dallo speaker della Camera dei Comuni, alla luce del fatto che la stessa mozione non può essere discussa per due volte in una seduta.
Un’alternativa sarebbe che Johnson abbozzasse una proposta per promulgare l’accordo in legge. Tuttavia, non è chiaro se questa proposta di legge passerebbe alla Camera, considerato che Johnson ha ormai perso il supporto del Partito Unionista Democratico dell’Irlanda del Nord.
Alle 3:45 ET (07:45 GMT) il cambio GBP/USD scende dello 0,3% a 1,2930, mentre la coppia GBP/EUR è in calo di meno dello 0,1% a 1,1587.
La correzione è modesta e la sterlina è ancora vicina al massimo da mesi sulla scia dei recenti sviluppi che fanno intravedere una risoluzione della saga della Brexit.
“Boris Johnson ha bisogno di una maggioranza stabile per riuscire a tagliare il traguardo”, scrivono gli analisti di Nordea Market in una nota settimanale. “Riuscirà ad ottenere una maggioranza stabile? Siamo ben lungi dall’esserne sicuri”.
L’ipotesi di Nordea è che la scadenza per la Brexit venga rinviata dal 31 ottobre all’inizio del 2020, per consentire di tenere delle elezioni.
Intanto, il dollaro si rafforza contro lo yen dopo che le esportazioni nipponiche sono scese per il decimo mese di fila, un risultato non solo dell’indebolimento dell’economia cinese ma anche dell’inasprimento degli attriti con la Corea del Sud per rancori storici, che hanno portato entrambi i paesi ad applicare delle misure di limitazione commerciale.
L’indice del dollaro che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di valute dei mercati sviluppati, resta invariato a 97,055, dopo una settimana in cui i rialzi della sterlina e dell’euro scatenati dalla Brexit l’hanno spinto al minimo di quasi tre mesi.
Il governo di minoranza di Johnson vorrebbe presentare di nuovo lo stesso accordo in parlamento, ma probabilmente verrà bloccato su basi procedurali dallo speaker della Camera dei Comuni, alla luce del fatto che la stessa mozione non può essere discussa per due volte in una seduta.
Un’alternativa sarebbe che Johnson abbozzasse una proposta per promulgare l’accordo in legge. Tuttavia, non è chiaro se questa proposta di legge passerebbe alla Camera, considerato che Johnson ha ormai perso il supporto del Partito Unionista Democratico dell’Irlanda del Nord.
Alle 3:45 ET (07:45 GMT) il cambio GBP/USD scende dello 0,3% a 1,2930, mentre la coppia GBP/EUR è in calo di meno dello 0,1% a 1,1587.
La correzione è modesta e la sterlina è ancora vicina al massimo da mesi sulla scia dei recenti sviluppi che fanno intravedere una risoluzione della saga della Brexit.
“Boris Johnson ha bisogno di una maggioranza stabile per riuscire a tagliare il traguardo”, scrivono gli analisti di Nordea Market in una nota settimanale. “Riuscirà ad ottenere una maggioranza stabile? Siamo ben lungi dall’esserne sicuri”.
L’ipotesi di Nordea è che la scadenza per la Brexit venga rinviata dal 31 ottobre all’inizio del 2020, per consentire di tenere delle elezioni.
Intanto, il dollaro si rafforza contro lo yen dopo che le esportazioni nipponiche sono scese per il decimo mese di fila, un risultato non solo dell’indebolimento dell’economia cinese ma anche dell’inasprimento degli attriti con la Corea del Sud per rancori storici, che hanno portato entrambi i paesi ad applicare delle misure di limitazione commerciale.
L’indice del dollaro che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di valute dei mercati sviluppati, resta invariato a 97,055, dopo una settimana in cui i rialzi della sterlina e dell’euro scatenati dalla Brexit l’hanno spinto al minimo di quasi tre mesi.