Di Peter Nurse
Investing.com - Il dollaro registra forti guadagni negli scambi della mattinata europea di questo mercoledì, supportato dai dati economici USA positivi, dai commenti di un funzionario della Federal Reserve e dai timori per una seconda ondata di casi di coronavirus in Europa.
Alle 2:50 ET (06:50 GMT), l’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,2% a 94,237, arrivando al massimo di otto settimane.
Il cambio EUR/USD va giù dello 0,2% a 1,1681, al minimo di otto settimane, la coppia GBP/USD è in calo dello 0,3% a 1,2689, mentre il cambio USD/JPY sale dello 0,2% a 105,12.
Contribuiscono a spingere il biglietto verde i dati statunitensi da cui è emerso che le vendite di case esistenti sono schizzate a 6 milioni ad agosto, il massimo di quasi 14 anni. E questo rende particolarmente interessanti i dati sull’indice PMI di settembre attesi nel corso della giornata.
I commenti del Presidente della Federal Reserve di Chicago Charles Evans hanno incoraggiato il dollaro, grazie al tono interventista ed all’affermazione secondo cui il quantitative easing potrebbe non fornire una maggiore spinta all’economia statunitense. Ha anche suggerito che la Fed potrebbe alzare i tassi di interesse prima che l’inflazione cominci a segnare una media del 2%.
Un terzo fattore che sta aiutando il dollaro, a danno dell’euro e della sterlina, sono i timori per l’impennata di contagi da coronavirus in paesi come Regno Unito, Francia e Spagna. Ieri, il Primo Ministro Boris Johnson ha annunciato ulteriori restrizioni, probabilmente per sei mesi, per cercare di limitare l’aumento dei casi.
Detto questo, Deutsche Bank (DE:DBKGn) considera i guadagni del dollaro temporanei in quanto “una combinazione dei tassi reali più negativi mai registrati ed il doppio deficit più alto in tempi di pace rende il dollaro vulnerabile ad ulteriore debolezza”, scrivono in una nota gli analisti della banca. “I due eventi di rischio chiave per il resto dell’anno minacciano di accelerare questi trend”.
Secondo la banca, questi due rischi sono rappresentati dalla corsa alla Casa Bianca e dalla corsa alla produzione di un vaccino per il Covid-19.
Per Deutsche, un successo dei Democratici a novembre renderebbe il dollaro più vulnerabile in quanto potrebbe portare a maggiori stimoli economici, aumentando i deficit. Ed i progressi su un vaccino aumenterebbero le aspettative sulla crescita globale, supportando la propensione al rischio e minando, di conseguenza, il dollaro.
Intanto, il cambio USD/CNY sale dello 0,2% a 6,7901, dopo che il tasso dello yuan fissato dalla Banca Popolare Cinese è stato più debole del previsto per il secondo giorno di fila.
“Il tasso è stato debole per due giorni consecutivi, il che potrebbe essere un segnale del fatto che i policymaker vogliono in qualche modo gestire il ritmo del rally”, afferma Hao Zhou, economista di Commerzbank (DE:CBKG), in un articolo di Bloomberg. “È ora che investitori e policymaker si prendano una pausa e pensino ai pro e contro del rally”.
Il cambio NZD/USD scende dello 0,5% a 0,6603, nonostante la banca centrale della Nuova Zelanda abbia confermato la dimensione del programma di quantitative easing ed abbia lasciato i tassi di interesse al minimo storico.
La Commissione di Politica Monetaria della banca ha spiegato di essere “pronta a fornire ulteriori stimoli”, aggiungendo che sta compiendo dei progressi su strumenti aggiuntivi come i tassi di interesse negativi, da usare se dovesse essere necessario uno stimolo maggiore.