Investing.com - I futures del greggio USA sono saliti nella seduta della vigilia di Capodanno, ma hanno chiuso l’anno in calo per via dei timori sull’eccesso di scorte a livello globale che continuano a pesare sui mercati.
Alla chiusura di giovedì sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a febbraio era a quota 37,08 dollari al barile, portando le perdite settimanali all’11% e quelle annuali al 30%. Si è trattato del secondo calo annuale consecutivo dal 1998.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il Brent con consegna a febbraio si è attestato a 37,61 dollari al barile, in calo del 16% sulla settimana ed in calo del 35% su base annua, segnando il terzo calo annuale consecutivo.
I futures del greggio sono crollati questo mese poiché l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio non ha trovato un accordo sulla produzione per ridurre l’eccesso di scorte sui mercati energetici globali; si continua dunque ad estrarre greggio ai minimi record in un mercato già saturo.
Gli USA hanno annullato il divieto sulle esportazioni nazionali di greggio ai paesi fuori dal Canada, ed i mercati temono il ritorno del greggio iraniano sul mercato dopo la cancellazione delle sanzioni imposte dall’Occidente su Teheran.
I dati dell’U.S. Energy Information Administration hanno mostrato che le scorte di greggio negli USA sono vicine al massimo degli ultimi 80 anni.
Nel report settimanale della U.S. Energy Information Administration si legge che le scorte di greggio sono aumentate di 2,6 milioni di barili a 487,4 milioni di barili nella settimana terminata il 25 dicembre, contro le aspettative di una riduzione di 1 milione di barili.
Nella prossima settimana gli investitori attenderanno i dati dell’American Petroleum Institute sulle scorte che saranno rilasciati martedì, mentre per mercoledì è atteso il report del governo sulle scorte dei greggio negli USA.
Lunedì 4 gennaio
La Cina pubblicherà l’indice manifatturiero Caixin.
Nella zona euro, la Germania rilascerà i dati preliminari sull’inflazione al consumo.
Il Regno Unito rilascerà i dati sull’attività del settore manifatturiero.
Negli USA l’ISM rilascerà i dati sull’attività del settore manifatturiero.
Martedì 5 gennaio
La Germania e la Spagna rilasceranno i dati sul numero degli occupati. La zona euro rilascerà i dati sull’inflazione al consumo.
Il Regno Unito rilascerà i dati sull’attività del settore edile.
Mercoledì 6 gennaio
La Cina pubblicherà l’indice Caixin sull’andamento del settore dei servizi.
Il Regno Unito rilascerà i dati sull’attività del settore dei servizi.
Gli USA ed il Canada pubblicheranno i dati sulla bilancia commerciale.
Gli USA rilasceranno il report mensile ADP sull’occupazione non agricola, il report dell’ISM sulla crescita del settore dei servizi. Nel corso della giornata, la Federal Reserve pubblicherà i verbali sul vertice di dicembre.
Giovedì 7 gennaio
L’Australia rilascerà i dati sulle concessioni edilizie e sulla bilancia commerciale.
La Germania pubblicherà i dati sugli ordinativi industriali e sulle vendite al dettaglio. La zona euro rilascerà il report sul tasso di disoccupazione.
La Banca Nazionale Svizzera pubblicherà i dati sulle riserve di valute estere. I dati saranno seguiti da vicino per avere indicazioni sui volumi delle operazioni della banca sul mercato monetario.
Il Governatore della Banca del Canada Stephen Poloz terrà un intervento nel corso di un evento ad Ottawa.
Gli USA rilasceranno i dati sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione.
Venerdì 8 gennaio
L’Australia rilascerà i dati sulle vendite al dettaglio.
Il Regno Unito pubblicherà i dati sulla bilancia commerciale.
Il Canada pubblicherà il report mensile sull’occupazione, unitamente ai dati sulle concessioni edili.
Gli USA chiuderanno la settimana con il report sull’occupazione non agricola.