Investing.com - La sterlina scende negli scambi europei di questo giovedì mattina, allontanandosi dal massimo di nove mesi della seduta precedente in vista del nuovo voto sulla Brexit in parlamento.
La sterlina va giù dello 0,2% a 1,3317 alle 4:45 ET (08:45 GMT), dopo essere schizzata del 2,1% ieri.
La valuta ha raggiunto il massimo di 1,3380 dollari, un livello che non si vedeva dal giugno 2018, dopo che il parlamento britannico ha bocciato l’idea di lasciare l’Unione Europea senza un accordo, aprendo la strada al voto di oggi che potrebbe portare ad un rinvio della Brexit almeno fino alla fine di giugno.
“Il voto di ieri per respingere una Brexit senza accordo non elimina il rischio di una Brexit disordinata il 29 marzo”, scrive in una nota DBS di Singapore. “Di conseguenza, l’apprezzamento della sterlina di ieri è ancora traballante e non ha basi solide”.
Gli analisti spiegano che il vero banco di prova per la sterlina deve ancora arrivare in quanto i legislatori dovranno decidere come procedere prima di poter ottenere la proroga dall’UE.
“Se riusciranno ad ottenere un supporto trans-partitico per un accordo, un tipo di “Brexit più morbida”, allora potrebbe essere una buona notizia per gli asset britannici”, afferma Russel Silberston, condirettore di Multi Asset di Investec Asset Management.
“Se il Parlamento non riuscirà a raggiungere un’intesa, allora ci sarà un secondo referendum. La mia preoccupazione è che ciò metterebbe in dubbio il ruolo del Parlamento e potrebbe avere delle conseguenze politiche future molto serie”, aggiunge Silberston.
Nel frattempo, l’indice del dollaro contro un paniere di altre sei principali valute è stabile a 96,52, dopo essere sceso al minimo di due settimane di 96,34 ieri sulla scia dei dati che hanno rivelato che i prezzi alla produzione USA sono saliti ad un ritmo più debole del previsto a febbraio.
Il report alimenta le aspettative che la Federal Reserve porti pazienza sui tassi e che possa adottare un tono persino più cauto in occasione del vertice di politica monetaria della prossima settimana.
Contro lo yen, il biglietto verde sale dello 0,5% a 111,68.
L’euro riprende fiato dopo quattro sedute consecutive al rialzo che l’hanno portato al massimo dal 5 marzo. Si attesta a 1,1328.
Intanto, il dollaro australiano scende dello 0,35% a 0,7066 per via della serie di dati economici deludenti pubblicati dalla Cina, il principale partner commerciale del paese.
I dati di questa mattina hanno rivelato infatti che la crescita della produzione industriale tra gennaio e febbraio in Cina ha segnato il ritmo più lento degli ultimi 17 anni.
-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters