ROMA (Reuters) - L'AD Francesco Starace riscrive il piano industriale di Enel (MI:ENEI) al 2019 all'insegna dei business sicuri e delle rinnovabili, prevedendo risultati al rialzo, dividendi in crescita e la proposta di un piano di riacquisto di azioni fino a due miliardi di euro suddiviso in un miliardo di acquisti di quote di minoranza e un altro miliardo di azioni del gruppo.
E' quanto si legge nel comunicato diffuso in mattinata e poi dettagliato nel corso della presentazione, attualmente ancora in corso a Londra, delle nuove linee strategiche.
Le azioni del gruppo elettrico hanno guadagnato più del 3% in apertura e intorno alle 11,50 segnano +3,56% a 3,77 euro.
Quanto ai due miliardi di buy back, ha risposto il direttore finanziario Alberto De Paoli nel corso della presentazione, "le ipotesi del piano prevedono [di destinare] un miliardo al riacquisto di quote di minoranza e un miliardo al riacquisto di azioni".
Per parte sua l'Ad Francesco Starace si è detto tranquillo rispetto all'esito del referendum in Italia sulle riforme costituzionali, spiegando a che non "vede un impatto da esito del referendum sul settore dell'energia", perché non comporterà modifiche alla regolazione.
Fra le principali linee guida sono indicate nella nota la digitalizzazione della gestione e degli asset del gruppo con investimenti per 4,7 miliardi e l’obiettivo di generare un incremento cumulato dell’Ebitda per 1,6 miliardi di euro tra il 2017 e il 2019. L'attenzione ai clienti e l'aumento dagli attuali 60 milioni con l’obiettivo di generare 3 miliardi di euro di Ebitda nel 2019. Migliorare l'efficienza operativa per ottenere risparmi per 1 miliardo di euro nel 2019 rispetto al 2016, con un incremento di 500 milioni di euro rispetto al piano precedente.
Infine, l’introduzione di un modello di business a minore intensità di capitale, denominato 'BSO' ('Build, Sell and Operate') e semplificazione del gruppo: razionalizzazione della struttura a livello Paese in tutte le geografie di presenza del Gruppo, in particolare in America Latina e nelle rinnovabili.
Per il 2017 si prevede un dividendo minimo di almeno 0,21 euro per azione dopo che il gruppo ha annunciato il ritorno all'acconto sul dividendo.
Il pay out, il rapporto fra dividendo e utile, viene rivisto al 65% nel 2017 dal 60% scritto nel vecchio piano industriale. Salirà al 70%, dal 65%, nel 2018 e nel 2019.
L'aumento della redditività sarà il frutto di una maggiore efficienza, con risparmi, e di nuovi investimenti, che per il 95% riguarderanno attività prive di "rischio merchant quali le reti e la generazione da fonti rinnovabili supportate da contratti di acquisto dell'energia".
Enel nel nuovo piano rivede l'utile netto ordinario a 3,6 miliardi (da 3,4) per quest'anno, conferma i 4,1 miliardi del 2018 e aumenta a 4,7 miliardi il risultato per il 2019.
La società conferma l'ebitda 2017 a circa 15,5 miliardi, a 16,2 miliardi nel 2018 e a 17,2 miliardi nel 2019.
Nei prossimi tre anni continuerà la politica di dismissione delle centrali termoelettriche e di impianti rinnovabili per 3 miliardi.
Per le rinnovabili il gruppo prevede una strategia di 'costruisci e vendi' per ridurre le necessità di capitale.
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(Alberto Sisto)