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A rischio target Ue per rete gigabit, servono più investimenti - Etno

Pubblicato 01.02.2023, 16:13
Aggiornato 01.02.2023, 16:19
© Reuters. I loghi delle applicazioni mobili, Google, Amazon, Facebook, Apple e Netflix, sono visualizzati su uno schermo in questa foto illustrativa scattata il 3 dicembre 2019. REUTERS/Regis Duvignau/

BRUXELLES (Reuters) - L'Unione europea rischia di non raggiungere l'obiettivo di collegare tutte le famiglie europee a una rete gigabit entro il 2030, facendo emergere la necessità di maggiori investimenti.

È quanto risulta in uno studio commissionato da Etno, l'associazione che rappresenta le principali telco europee.

Lo studio di Analysys Mason giunge mentre la Ue sta valutando la possibilità di chiedere a Google (NASDAQ:GOOGL), Meta, Amazon.com Inc (NASDAQ:AMZN), Netflix (NASDAQ:NFLX), Apple (NASDAQ:AAPL) e Microsoft (NASDAQ:MSFT) di sostenere parte dei costi della rete.

Secondo Deutsche Telekom, Orange, Telefonica (BME:TEF), Telecom Italia (BIT:TLIT) e i loro concorrenti dovrebbe esserci un equo contributo da parte dei sei content provider che rappresentano più della metà del traffico internet di dati.

Le Big Tech la considerano una tassa sul traffico internet in contrasto con le norme Ue sulla neutralità della rete e sull'uguale trattamento di tutti gli utenti, affermando di investire anche nelle proprie reti di distribuzione dei contenuti.

In base al rapporto, gli investimenti totali nelle telecomunicazioni in Europa hanno raggiunto un picco di 56,3 miliardi di euro nel 2021, il più alto dal 2016, ma ancora in ritardo rispetto ad altre aree

"L'Europa continua a rimanere indietro rispetto agli altri Paesi in termini di investimenti nelle telecomunicazioni. Gli investimenti pro capite adeguati al Pil sono stati di 104 euro in Europa nel 2021, rispetto ai 260 del Giappone, ai 150 degli Stati Uniti e ai 110 della Cina", si legge nello studio.

"È necessaria una maggiore capacità di investimento per accelerare l'innovazione, ma le tendenze attuali consolidate esercitano ulteriori pressioni su molti operatori affinché vendano o separino gli asset legati ai servizi e all'innovazione".

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Lo studio ha inoltre evidenziato il forte divario tra i ricavi sugli investimenti degli operatori di telecomunicazioni e quelli delle Big Tech.

"Esiste una forte discrepanza tra i rendimenti degli investimenti nell'infrastruttura di telecomunicazione europea e i rendimenti degli investimenti dei servizi più importanti che si avvalgono di questa infrastruttura", si legge.

"Quando si tratta di accesso a Internet, sono gli operatori di telecomunicazioni a sostenere l'onere degli investimenti, mentre in termini di creazione di nuovo valore sono le aziende tech a trarre i maggiori benefici", ha aggiunto lo studio.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Andrea Mandalà)

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