Le azioni Gedi (MI:GEDI) strappano in Borsa e si portano al prezzo di offerta di 0,46 euro fissato da Exor (MI:EXOR) per rilevare il 43,8% del capitale di Cir e il conseguente lancio dell'Opa sulla società che edita i quotidiani "La Repubblica" e "La Stampa".
Il prezzo è a premio del 64% rispetto alla chiusura delle azioni venerdì scorso a 0,28 euro, di molto superiore alle attese del mercato.
"C'è poco da fare, il titolo si sta adeguando all'offerta di molto superiore alle attese", osserva un broker.
Intorno alle 10,30 il titolo Gedi balza del 60% a 0,45 euro, tornando sui massimi di metà aprile 2018. Volumi pari a oltre 24,5 milioni di pezzi da una media a 30 giorni di 800.000 pezzi circa. Giù Cir che cede il 6,3%, dopo il balzo del 12% di ieri, mentre Exor cresce dell'1,3%.
Secondo i termini dell'operazione, al completamento dell'operazione, previsto entro i primi quattro mesi del 2020, Exor, tramite una società di nuova costituzione, lancerà un'Opa su Gedi. Cir reinvestirà nella nuova società acquistando una quota in Gedi del 5% in trasparenza
Un broker italiano scrive che l'offerta valorizza Gedi 234 milioni, il cash out per acquisire la quota Cir è pari a 102,5 milioni e il cash out complessivo compreso il reinvestimento di Cir è pari a 208 milioni.
Nel daily Banca Imi sottolinea che "il prezzo di transazione è tuttavia più basso rispetto alla quota Gedi detenuta da Cir a valore di libro di 1,2 euro per azione (con una perdita di circa 170 milioni) e del valore di libro del 6% detenuto da Exor a 0,8 euro per azione". Sempre Imi si chiede "per che cosa sta pagando Exor? Riteniamo che Exor stia valutando uno scenario di spezzatino, con ulteriori sinergie dallo sviluppo del business digitale e dall'integrazione con Itedi. Riconosciamo che il prestigio de La Repubblica e La Stampa e la forte posizione di Gedi nei quotidiani locali possano essere considerati asset intangibili".
(Giancarlo Navach, in redazione a Milano Cristina Carlevaro)