MILANO (Reuters) - Dopo essere cresciuto dell'1,4% nell'ultimo biennio, il fatturato dei distretti industriali italiani vedrà un'accelerazione nel 2017 e 2018 con una crescita cumulata del 4,3% (+2,2% nel 2017 e +2,1% nel 2018) trainata dai mercati esteri.
Sono le stime del centro studi di Intesa Sanpaolo (MI:ISP) che ha presentato oggi il nono rapporto annuale sui 149 distretti industriali del nostro Paese.
Nel biennio 2017-18 proseguirà anche il rafforzamento dei margini con un Ebitda margin visto in media al 7,8% a fine periodo dal 7,6% del 2016 e 7,2% del 2015. "Fatturato e margini sono ormai ai livelli pre-crisi, a differenza delle aziende non distrettuali" che non hanno ancora recuperato il divario accumulato dal 2009, ha detto il capo economista di Intesa SP Gregorio De Felice sottolineando che sul totale della manifattura italiana i distretti valgono un quinto del fatturato, un quarto delle esportazioni e due terzi dell'avanzo commerciale.
I migliori distretti per performance di crescita e redditività sono risultati il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, che quest'anno supera l'occhialeria di Belluno finita al secondo posto, i salumi di Parma, i vini dei colli fiorentini e senesi. Seguono la mozzarella di bufala campana e il legno e arredamento dell'Alto Adige.
Tra i punti di forza delle imprese distrettuali, una maggiore spinta all'esportazione, maggiori investimenti nell'innovazione che hanno portato alla registrazione di più brevetti, una crescente liquidità.
La ritrovata centralità dei territori distrettuali, ha spiegato De Felice, trova conferma anche nei cambiamenti in atto nei processi di internazionalizzazione: cresce l'interesse delle multinazionali estere per i distretti come basi produttive e le le stesse capofila distrettuali riportano in Italia produzioni prima delocalizzate. Al contempo, le imprese leader distrettuali accrescono l'internazionalizzazione in uscita cercando di sviluppare una propria rete distributiva estera.