WASHINGTON (Reuters) - I negoziati sulla soppressione delle tasse sui servizi digitali, dopo l'approvazione dello storico accordo sulla tassazione dei profitti aziendali, dovrebbe mettere la parola fine alla minaccia di una guerra tariffaria tra gli Stati Uniti e altri paesi, secondo i funzionari del tesoro Usa.
Con l'accordo fiscale dell'Ocse, 136 Stati hanno concordato l'adozione di un tassa minima sui profitti aziendali del 15%, e di riallocare i diritti di tassazione per le multinazionali con grandi margini di profitto agli Stati dove queste ultime vendono beni e servizi.
Di contro l'accordo impone a tutte le parti contraenti do rimuovere le imposte unilaterali sui servizi digitali (Dst), che colpiscono in gran parte i giganti del tech Usa. Inoltre l'accordo vieta l'introduzione di nuove tasse digitali prima dell'entrata in vigore dell'accordo o comunque prima della fine del 2023.
Accordi di transizione per la rimozione delle Dst "sono oggetto di rapide discussioni".
I funzionari del Tesoro Usa hanno spiegato ai giornalisti nel corso di una conference call che le trattative sui dettagli di questi accordi dovrebbero evitare il ricorso a dazi punitivi da parte degli Usa contro i paesi che hanno imposto tasse sui servizi digitali.
L'ufficio del rappresentante Usa per il Commercio ha già pronti dei dazi contro le importazioni da Francia, Gran Bretagna, Italia, Spagna, Austria, India e Turchia, in risposta alle rispettive tasse sui servizi digitali, ma li ha sospesi per il momento, per consentire l'eliminazione delle Dst in via diplomatica.
(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Roma Stefano Bernabei, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)