ROMA/MILANO (Reuters) - La manovra 2019 del governo Conte vale 33,5 miliardi tra minori entrate e maggiori spese, con 11,7 miliardi di coperture. I 21,8 miliardi di differenza rappresentano 1,2 punti percentuali di Pil di deficit aggiuntivo che, uniti agli 1,2 punti di tendenziale, portano il deficit 2019 al 2,4%.
E' quanto emerge dal Documento programmatico di bilancio (Dpb) - https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/economy-finance/2019_dbp_it_it.pdf - inviato dal governo alla Commissione europea.
La manovra illustrata dal ministro Giovanni Tria in Parlamento prevedeva 37 miliardi di spesa aggiuntiva e 15 di coperture.
Sulla base del Pil nominale previsto dal governo a 1.823 miliardi a fine 2019, le spese maggiori, dopo i 12,4 miliardi per sterilizzare l'aumento delle aliquote Iva, sono i 6,75 destinati al reddito di cittadinanza e i 6,75 miliardi destinati all'introduzione di quota 100 per l'accesso alla pensione.
Le due misure-vessillo di Lega e M5S valgono quindi 13,5 miliardi di euro e non i 16 sinora garantiti dai due partiti.
Potranno beneficiare del reddito di cittadinanza i maggiorenni residenti in Italia da almeno 5 anni disoccupati, inoccupati (inclusi pensionati).
Quota 100 consentirà di ritirarsi dal lavoro con una soglia minima di 62 anni di età e 38 anni di contributi, "a cui si potrà accedere durante quattro 'finestre' l'anno".
L'onere dell'introduzione della flat tax per i lavoratori autonomi con ricavi fino a 65.000 euro viene stimato a poco più di 500 milioni di euro. Nel 2019 non è previsto alcun impatto sul bilancio per il ristoro dei risparmiatori truffati.
L'altra cifra di rilievo - 3,5 miliardi - riguarda l'aumento degli investimenti pubblici, mentre le spese indifferibili e quelle legate ai contratti della PA valgono 1,8 miliardi.
4,2 MLD DI MINORI AGEVOLAZIONI PER BANCHE E ASSICURAZIONI
Dal lato delle coperture per il 2019 il governo ha deciso di attingere le risorse da due tronconi: da un lato le agevolazioni fiscali per banche e assicurazioni, dall'altro la spesa pubblica. A sorpresa è invece minimo il contributo della cosiddetta pace fiscale.
Il carico fiscale per gli istituti di credito si appesantisce per 3,3 miliardi a causa di tre diversi provvedimenti. Una prima misura interviene, per circa 1,1 miliardi, sul trattamento fiscale delle svalutazioni di crediti dovute al nuovo principio contabile Ifrs9. Una seconda misura differisce la deduzione di svalutazioni e perdite su crediti con un impatto di circa 900 milioni. Nel Dpb si citano inoltre generici "interventi fiscali sulle banche" per circa 1,3 miliardi.
A carico delle assicurazioni vi è un aumento dell'aliquota dell'acconto dell'imposta sui premi che vale 900 milioni.
L'aliquota sale a 75% dal 59% per il 2019 e passa al 90% nel 2020 e al 100% negli anni successivi.
In tema di spesa pubblica il governo punta a risparmiare 3,6 miliardi di euro con la razionalizzazione della spesa dei ministeri e con la revisione dei trasferimenti ad altri enti.
Altri 2 miliardi giungono dalla mancata introduzione dell'Iri (l'imposta sul reddito patrimoniale).
Il gettito previsto nel 2019 per la 'pace fiscale' è di 180 milioni, mentre per la rottamazione delle cartelle esattoriali non sono previste entrate aggiuntive.
(Giuseppe Fonte, Luca Trogni)