Investing.com - Giornata di crollo per diversi istituti bancari italiani ed europei a causa della crisi economica in Turchia. La Lira Turca, infatti, ha toccato un -13% in avvio di contrattazioni per poi proseguire in negativo nonostante un breve recupero (-7,60%).
Particolarmente colpiti gli istituti bancari italiani, con il FTSE Italia All Share Banks che cede il 2%, con Unicredit (MI:CRDI) protagonista in negativo in perdita di oltre il 3%. Difficile la situazione anche in Europa con lo STOXX Banks EUR Price in perdita del 2,28% e la spagnola BBVA (MC:BBVA) a -3,67%, la francesce Bnp Paribas (PA:BNPP) che perde il 3,14% mentre la tedesca Deutsche Bank (DE:DBKGn) che resta la peggiore a -3,81%.
Secondo le tabelle della Bri, la Banca dei regolamenti internazionali che svolge il ruolo di “banca centrale delle banche centrali”, gli istituti italiani sono esposti per quasi 15 miliardi di euro verso la Turchia, che salgono a 16 in caso di inclusione delle garanzie. Ancora più a rischio sarebbero le banche spagnole (71 miliardi), quelle francesi (33 miliardi), quelle britanniche (16,5 miliardi), le statunitensi (15,6) e quelle tedesche (14,8).
Inoltre, la vigilanza della Banca centrale europea sarebbe preoccupata per il contagio della crisi turca in Europa, secondo quanto scrive il Financial Times, con l’istituto centrale che sta monitorando la vicino una situazione ancora non definita critica. Proprio Unicredit, BBVA e Bnp Paribas, sarebbero gli istituti più a rischio secondo la Bce.
Tra le cause del rischio turco ci sarebbero le politiche del presidente Erdogan con la scelta della riduzione dell’autonomia della banca centrale, impedendo una stretta monetaria giudicata necessaria in uno scenario mondiale di tassi in rialzo. Inoltre, la stretta sull’autonomia ha riguardato anche i dicasteri economici, aumentando le preoccupazioni degli investitori.
La banca centrale turca, però, ha cercato di minimizzare, affermando che la svalutazione della valuta rappresenta una "reazione naturale" alle possibili sanzioni Usa.
Intanto, l'istituto ha affermato che potrebbe modificare la sua politica monetaria e cambiare i volumi di acquisti giornalieri di valuta estera con lo scopo di limare la volatilità dei mercati. I dati resi noti dalla banca relativi agli acquisti effettuati mercoledì (primo giorno di forte volatilità della moneta), infatti, indicano una riduzione a 8,4 miliardi di rubli di controvaluta di valuta straniera, rispetto ai 16,7 miliardi del giorno precedente.