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Banche, Credit Suisse taglia il giudizio sulle italiane

Pubblicato 22.10.2018, 16:01
Aggiornato 22.10.2018, 16:01
© Reuters.  Banche, Credit Suisse taglia il giudizio sulle italiane

Investing.com - Prosegue a Piazza Affari il calo dei titoli bancari con il FTSE Italia All Share Banks che cede oltre il 2%. Tra i peggiori c’è Mps (MI:BMPS) che crolla a -5%, Banco Bpm (MI:BAMI) e Bper Banca (MI:EMII) che perdono il 3%, seguite da Unicredit (MI:CRDI) e Banca Generali (MI:GASI) in flessione del 2%.

Al Ftse Mib che resta negativo e lo spread che non accenna a riprendersi e resta sopra 300 punti, a rendere ancora più difficili le ultime ore di seduta per i finanziari è la notizia sulla decisione di Credit Suisse di ridurre fino al 33% i prezzi obiettivo del settore.

La scelta degli analisti è stata suggerita tenendo in conto la “tassa sulle banche”, che secondo MF potrebbe costare 9 miliardi agli istituti di credito italiani.

Gli esperti dell’istituto fanno notare come le banche italiano scambino a 0,57 volte il rapporto price to book valute, valore “molto alto rispetto alla crisi precedente del 2011-2012", nota Credit Suisse.

La banca svizzera prevede una riduzione dei ricavi core del settore mediamente del 2,7% per il 2018, arrivano al 5,3% per il 2019 e una cifra simile anche nel 2020 (5,2%).

Nel dettaglio, Credit Suisse porta Intesa Sanpaolo (MI:ISP) a neutral e riduce il target price a 3 a 2,3 euro, con una riduzione superiore al 20%.

Giudizio neutral confermato per Unicredit ma prezzo obiettivo che scende a 14,2 euro, rispetto ai precedenti 16,5.

Giudizi rivisti anche per Ubi Banca (MI:UBI) (target price a 3,3 euro), Mps (prezzo obbietivo che scende a 1,65 euro), Banco Bpm (rating ridotto a underperform e target price a 1,7 euro) e Bper Banca (prezzo che scende a 4,1 euro).

Ultimi commenti

Da che pulpito vien la predica! Credo che nessuna banca sia in grado di parlare male delle altre senza stigmatizzare le proprie stesse debolezze! Temo che i tempi del credito facile siano finiti (per fortuna) e anche quelli della raccolta fondi a tasso zero. I risparmiatori cominceranno prima o poi a chiedere una migliore remunerazione dei depositi, come avviene per i titoli di stato che non hanno mai reso tanto poco a chi investe in questi strumenti. Inoltre, le recenti perdite dei titoli azionari renderanno più interessante investire in obbligazioni e strumenti considerati più sicuri, come i depositi a tempo. Ma anche qui, dovranno essere meglio remunerati.
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