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Banche italiane solide nel Q3, +7,1% su equity. Si prospetta un 2023 "più roseo"

Pubblicato 18.11.2022, 09:11
© Reuters.
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Di Alessandro Albano

Investing.com - E' stato un terzo trimestre incoraggiante le banche italiane: i margini di interesse hanno beneficiato del rialzo dei tassi BCE, i costi operativi e il costo del rischio sono rimasti controllo, e le riserve di capitale si sono mantenute su livelli considerati "sani".

Tendenze, spiega Scope Rating nel nuovo report sugli istituti di credito italiani, che "dovrebbero continuare anche nel 2023", con il rendimento del terzo trimestre sul patrimonio netto che è stato pari al 7,1%.

Per le otto banche prese a campione da Scope (Intesa (BIT:ISP), UniCredit (BIT:CRDI), Banco Bpm (BIT:BAMI), Monte dei Paschi (BIT:BMPS), Mediobanca (BIT:MDBI), Bper Banca (BIT:EMII), Credem (BIT:EMBI) e Banca Popolare di Sondrio (BIT:BPSI)), i fattori chiave sono stati "il rimbalzo del margine di interesse, la forte gestione dei costi e minori accantonamenti per i rischi".

Sul versante opposto, l'agenzia di rating tedesca mette l'accento sulla volatilità dei mercati finanziari che "ha continuato a danneggiare i ricavi da commissioni e da negoziazione" i quali hanno registrato una tendenza al ribasso "per la maggior parte delle banche".

La debolezza dei mercati, inoltre, ha continuato a pesare "sulle vendite di prodotti di asset management, sui volumi gestiti e sulle commissioni di performance".

"Se l'economia dovesse subire una svolta, le banche sono ben capitalizzate. Le maggiori banche italiane hanno un buffer medio di MDA rispetto ai requisiti CET1 di circa 590 pb a settembre 2022, un livello che riteniamo confortevole", ha dichiarato Alessandro Boratti, analista del team istituzioni finanziarie di Scope.

Alcune banche dispongono di buffer significativi rispetto ai requisiti patrimoniali e ai propri obiettivi interni, per cui possono continuare "a perseguire piani di distribuzione e persino dividendi una tantum o riacquisti di azioni".

Su questo, tuttavia, la BCE non la pensa alla stessa maniera, visto che ha invitato le banche a essere prudenti sulle ipotesi macroeconomiche e caute nei piani di distribuzione, con un occhio di riguardo per gli effetti sulle riserve. 

"Non ci aspettiamo il ripetersi di divieti generalizzati di distribuzione in stile Covid", ha detto l'analista di Scope, "ma condividiamo l'opinione delle autorità di vigilanza secondo cui, a fronte di una maggiore incertezza macroeconomica, impegni di pagamento aggressivi potrebbero ridurre il margine di manovra delle banche".

"I buffer confortevoli sono un fattore a sostegno dei nostri rating in Italia. Una riduzione significativa dei buffer di capitale avrebbe implicazioni negative per i profili di credito delle banche".

Nonostante il deterioramento del contesto macro, Scope rimane positiva sull'outlook 2023. "La view è migliorata e, dato che i tassi di mercato si sono spostati verso tassi di policy più alti del previsto, le prospettive dei ricavi delle banche appaiono più rosee", ha dichiarato Boratti.

"Un aumento dei tassi d'interesse superiore al previsto potrebbe far crescere il reddito netto da interessi fino al 25% rispetto al 2021". 

Per la società di rating la redditività delle banche nel 2023 sarà trainata principalmente da due fattori: il graduale riprezzamento del bilancio verso un contesto di tassi più favorevoli; sul versante negativo, un costo del rischio potenzialmente più elevato, anche se ciò "dipenderà in larga misura dalla forma e dalla durata dell'imminente recessione".

"Siamo cauti sui rischi derivanti da un peggioramento delle prospettive macroeconomiche. Una recessione danneggerebbe le banche da più punti di vista: prestiti, commissioni e costi del credito, con una conseguente riduzione dei risultati netti. Misure fiscali mirate per sostenere le famiglie e le imprese in un periodo di prezzi elevati dell'energia potrebbero essere fondamentali per evitare un'ondata di insolvenze", ha affermato in conclusione Boratti.

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