di Andrea Mandala
MILANO (Reuters) - Banco Bpm (MI:BAMI) e' interessata a operazioni di consolidamento con banche limitrofe, ha detto l'amministratore delegato Giuseppe Castagna, allontanando l'ipotesi di una fusione con Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS) (Mps).
"Oggettivamente, guardiamo più a banche che sono vicine ai nostri territori di elezione", ha risposto l'AD della banca lombardo-veneta a chi gli chiedeva se il gruppo possa valutare un'operazione con Mps e se la presenza del Tesoro come azionista di riferimento dell'istituto toscano possa rappresentare un'ostacolo.
"Non abbiamo chiaramente alcuna prevenzione sugli azionisti delle banche con i quali possiamo pensare di fare operazioni. Ma non dipende da quello il nostro interesse per il Monte", ha aggiunto il banchiere a margine dell'assemblea che ha approvato il bilancio 2018.
Castagna ha sottolineato che la strategia della banca -- come dimostrato dalla fusione effettuata nel 2017 tra Bpm (MI:PMII) e Banco Popolare -- è quella di rafforzarsi "nelle zone più ricche e produttive del paese", come la Lombardia e il Veneto, e non puntare ad una crescita omogenea su tutto il territorio nazionale, ponendosi in competizione con le due big Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e UniCredit (MI:CRDI).
Il Tesoro oggi controlla quasi il 70% di Mps dopo la ricapitalizzazione precauzionale da 5,4 miliardi, ed entro la fine di quest'anno dovrà notificare alla Ue il piano di uscita dalla banca che dovrà tornare sul mercato entro il 2021, data indicativa di completamento della ristrutturazione.
Da tempo il mercato individua nelle quattro banche di media dimensione - Banco Bpm, Mps, Ubi Banca (MI:UBI) e Bper (MI:EMII) le principali protagoniste di un consolidamento bancario a livello nazionale.
Alla domanda se Ubi possa essere un'opzione più consona alle strategie di Banco Bpm, Castagna si è limitato a ribadire che "è ovvio che quelle più prossime", ovvero le banche con le quali "potremmo pensare di sviluppare un progetto volto al rafforzamento territoriale e sinergie, sono le banche più vicine ai nostri territori".
Castagna considera improbabili fusioni bancarie nel 2019 a causa delle incognite legate al quadro politico-economico e al prossimo rinnovo della presidenza della Banca centrale europea.