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Bce, taglio tassi a giugno appare più sicuro, dubbi sul dopo

Pubblicato 28.03.2024, 15:14
Aggiornato 28.03.2024, 15:18
© Reuters. Una vista della sede della Banca centrale europea (Bce) a Francoforte, Germania, 16 marzo 2023. REUTERS/Heiko Becker

BANGALORE (Reuters) - La Banca centrale europea taglierà i tassi di interesse a giugno secondo la gran parte degli economisti interpellati da Reuters per un sondaggio, ma solo una maggioranza risicata di loro ora si aspetta tagli complessivi per 100 punti base o più nel 2024.

Sebbene diversi membri della Bce si siano espressi a favore di una riduzione dei tassi, probabilmente a giugno, la presidente Christine Lagarde ha detto che l'istituto non può impegnarsi a effettuare altri tagli dopo il primo.

La velocità dei tagli dipenderà probabilmente in larga misura dai dati economici, in particolare dall'inflazione, ancora al di sopra dell'obiettivo del 2% e pari al 2,6% a febbraio. Anche la crescita dei salari avrà un ruolo importante.

Secondo il sondaggio Reuters del 25-28 marzo, tutti i 77 economisti interpellati prevedono che l'11 aprile la Bce manterrà invariato il tasso di deposito al 4,00%. Circa il 90%, ovvero 68 intervistati, ha detto che il primo taglio avverrà a giugno.

Si tratta di una percentuale in linea con le previsioni del mercato, e rappresenta una maggioranza più ampia rispetto al sondaggio del mese scorso.

Solo nove dei 77 economisti intervistati pensano che la Bce aspetterà fino a dopo giugno per iniziare a tagliare i tassi.

Non è emerso invece un consensus chiaro sull'entità dei tagli ai tassi che la Bce effettuerà quest'anno. Poco più della metà degli intervistati, 39 economisti su 77, si aspettano una riduzione complessiva di 100 punti base o oltre. Gli altri 38 hanno indicato 75 punti base o meno.

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Nel sondaggio Reuters del mese scorso, circa il 56% prevedeva tagli di 100 punti base o più.

(Tradotto da Laura Contemori, editing Antonella Cinelli)

Ultimi commenti

Il dato sull'inflazione non rispecchia la reale condizione economica del paese, a che serve dichiarare un aumento dei prezzi del 2,6%, rilevata a febbraio, quando il costo della vita è lievitato di almeno il 25% nel triennio? Equivale alla diagnosi di un paziente affetto da molteplici patologie affermando che la temperatura corporea sale solo di qualche decimo di grado. Quanto ai tagli è solo questione politica, l'obiettivo è accondiscendere in parte i mercati affinchè non ci siano turbolenze, salvaguardando la raccolta sul gestito, già sofferente, per alcuni miliardi nel primo trimestre.
purtroppo è la pura verità
Forse nel 2025 può essere che taglino qualcosina
sembra UNA non sappia cosa fare , gli altri sono dubbiosi
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