MILANO (Reuters) - Mediaset (MI:MS) e Vivendi (PA:VIV) hanno, di comune accordo, chiesto e ottenuto dal giudice del Tribunale di Milano ancora una settimana di tempo per trovare un'intesa, che spianerebbe la strada al progetto pan-europeo del gruppo italiano e porrebbe fine a un complesso contenzioso legale che si trascina dal 2016.
Poche ore prima il Cda di Mediaset ha annunciato la convocazione di un'assemblea straordinaria il 10 gennaio per alcune modifiche statutarie della holding olandese MediaforEurope (MFE), perno del suo progetto pan-europeo, nel tentativo di avere il consenso anche del gruppo francese.
Vivendi ha già ottenuto la sospensione cautelare dell'operazione in Spagna e si è mossa per avere la stessa cosa in Italia. Oggi era in calendario l'udienza presso il tribunale di Milano.
Il giudice, su istanza delle parti, ha ulteriormente rinviato la prosecuzione dell'udienza al 29 novembre, prorogando la provvisoria sospensione della delibera su MFE, impugnata da Vivendi, fino a quella data, si legge in una nota Mediaset diffusa in serata.
Vivendi, secondo azionista di Mediaset con il 29%, ha contestato il progetto MFE, ritenendolo lesivo dei propri diritti di azionista di minoranza e finalizzato ad aumentare la presa sulla società da parte di Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi, prima azionista del gruppo televisivo.
Mediaset punta a fondere le attività italiane e spagnole in MediaforEurope, da utilizzare come piattaforma pan-europea per stringere alleanze con altri broadcaster europei, tra cui la tedesca ProSiebenSat1, in cui di recente Cologno è arrivata a detenere il 15%.
Il negoziato si è allargato al resto del contenzioso che coinvolge i due gruppi, ai ferri corti dal 2016 quando, dopo il mancato acquisto della pay-tv Premium, Vivendi ha costruito una partecipazione del 29%, una parte della quale poi è stata conferita al trust Simon Fiduciaria.
Mediaset considera l'intera quota di Vivendi ostile e costruita in violazione degli accordi.
Ieri una fonte vicina alla situazione ha detto che Vivendi era pronta ad accettare di cedere il 20% detenuto dal trust nell'ambito di un accordo complessivo sul contenzioso con Mediaset a un prezzo a metà tra il valore d'acquisto iniziale di 3,70 euro per azione e il valore del recesso di 2,77 euro, proposto da Mediaset.
In serata un portavoce Vivendi sottolinea che "non esiste alcun accordo sui 2,77 euro per azione" e si chiede se nell'assemblea del 10 gennaio Mediaset consentirà a Simon Fiduciaria di votare. Il trust non è stato infatti mai ammesso al voto nelle assemblee del gruppo italiano.
"Il progetto MFE è confermato e procede. È essenziale per il futuro del gruppo Mediaset, nonché per tutti i suoi azionisti e stakeholder, i quali subirebbero un grave danno in caso di sua mancata realizzazione", ha dichiarato Mediaset in una nota diffusa nel primo pomeriggio.
Con le modifiche proposte Mediaset "auspica che un tale modo di procedere possa incontrare, nell'esclusivo interesse della società e di tutti i suoi stakeholders, il consenso anche di quegli azionisti che finora hanno ritenuto di opporsi al progetto MFE in ogni sede", prosegue la nota.
Tra le modifiche proposte all'assemblea del 10 gennaio l'eliminazione delle clausole relative al requisito di detenzione e a quello contrattuale e della clausola relativa alla soglia convenzionale in tema di Opa (25%), ferma restando quella prevista dalla normativa olandese del 30%, dice la nota.
Il titolo Mediaset ha chiuso in rialzo dell'1,64% a 2,725 euro sulla scommessa di un accordo in arrivo con Vivendi.
(Elvira Pollina, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)