MILANO (Reuters) - L'andamento in deciso calo di Wall Street pesa sugli azionari europei che accentuano il ribasso nel pomeriggio. Anche Piazza Affari si accoda con gli investitori che colgono l'occasione per realizzare dopo il recente rally del mercato.
A influenzare i corsi una serie di dati macro contrastanti e le dichiarazioni di alcuni esponenti della Fed che alimentano i timori che la banca centrale Usa non abbasserà il tono aggressivo sul rialzo dei tassi.
Un trader sottolinea che le borse si muovono in scia degli indici Usa e quindi gli investitori guardano sostanzialmente a quello oggi.
Non ci sono appuntamenti di rilievo nel calendario Bce e scarna è anche l'agenda macro.
Intorno alle 16,20 il FTSE Mib arretra dello 0,55%. Volumi intorno 1,2 miliardi di euro.
Tra i titoli in evidenza:
Sull'ottovolante Saipem (BIT:SPMI). Partita molto forte in scia del cambio di raccomandazione da parte di un Berenberg a "Buy" da "Hold" che segue quello a "Overweight" da "Neutral" di Jp Morgan (NYSE:JPM) otto giorni fa, con il titolo che è arrivato a guadagnare oltre il 5%, nel primo pomeriggio ha poi improvvisamente cambiato rotta e cede il 4,3%. Dal 21 di settembre le azioni della oil service hanno visto una forte rimonta, guadagnando oltre l'80%. Pertanto si tratta di fisiologiche prese di beneficio.
Generalmente venduto il comparto energia e oil con il prezzo del Brent in ritracciamento. Sul settore, in particolare delle utility, pesa anche lo stop del Tar che ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato dalle società energetiche contro la tassazione degli extra profitti. Enel (BIT:ENEI) ed Eni (BIT:ENI) cedono rispettivamente il 2,5% e l'1,5%. A2A (BIT:A2) arretra del 2,6%, Acea (BIT:ACE) segna -2%, Iren (BIT:IREE) -1,5% e Hera (BIT:HRA) -0,95%. Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) "la notizia è potenzialmente negativa per le società petrolifere ed energetiche, in particolare per Eni che a oggi è il principale contributore con 1,4 miliardi già pagati". Anche per Banca Akros "si tratta chiaramente di una cattiva notizia".
Banche fiacche, con le big Unicredit (BIT:CRDI) a -0,35% e Intesa SP a -0,9%. In controtrend Mps (BIT:BMPS) che segna un rialzo dell'1,5%, ma sempre lontana dal prezzo della sottoscrizione dell'aumento di capitale a 2 euro.
Venduta Leonardo, che arretra del 2,3%. Da diverse sedute il titolo oscilla fra rialzi e repentini ribassi con un andamento volatile. Secondo indiscrezioni di stampa, a seguito del bilaterale tra la premier Giorgia Meloni e il presidente cinese Xi Jinping al G20, entro il 2035 si sbloccherà la vendita in Cina di 200-250 aerei prodotti da Atr, società italo-francese di Leonardo e Airbus. Un trader rileva che il titolo scende nonostante l'importante commessa in Cina. Equita stima "che il valore complessivo della commessa possa aggirarsi intorno a 5 miliardi da spalmare su oltre un decennio per un fatturato annuo indicativo di 300-400 milioni che rappresenterebbe il 15-20% del fatturato annuo di un anno normale".
Cede terreno anche Nexi (BIT:NEXII) (-0,65%) dopo la caduta degli ultimi due giorni post collocamento del 5,1% della quota di Intesa Sanpaolo. Un trader segnala che, con effetto da domani, aumenterà il flottante in Borsa della fintech company e quindi anche il peso sull'indice Ftse Mib dello 0,13% rispetto all'attuale 1,67%. Questo comporta l'adeguamento nei portafogli da parte dei gestori di fondi.
Fuori dal paniere premiata Enav (BIT:ENAV) (+3,2%) in un canale rialzista da tre sedute consecutive dopo i risultati del trimestre e il rialzo delle stime per l'anno. Gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno alzato "le stime di Eps per il 2022-25 del 20% in media", con giudizio portato a "Buy" da "Add" e prezzo obiettivo a 5,3 euro.
Infine, denaro su Italian Sea Group (1,15%) dopo che Berenberg ha alzato il prezzo obiettivo a 11 euro da 10 precedente.
(Giancarlo Navach, editing Francesca Piscioneri)