I mercati dell'area Asia-Pacifico sono praticamente tutti in calo oggi, mentre i timori sulla crescita economica mondiale hanno provocato una fuga verso i bond e il prezzo del petrolio è sceso ai minimi di due anni.
Ieri il Fondo monetario internazionale ha ridotto le previsioni sulla crescita globale al 3,3% dal precedente 3,4%, lanciando un avvertimento sulla debolezza di zona euro, Giappone e di paesi emergenti come il Brasile.
Intanto, le quotazioni del Brent sono scese fino a 90,93 dollari al barile, quelle del greggio Usa a 87,78 dollari. Il calo prolungato rappresenta un'ancora di salvaezza per il potere d'acquisto dei consumatori, ma anche una spinta alla disinflazione nei paesi sviluppati.
Intorno alle 8,30 italiane l'indice Msci della regione, che non comprende Tokyo - peggiore piazza della regione oggi con una calo dell'1,19% - perde l'1,07%.
I mercati cinesi, rimasti chiusi per una settimana, sono in controtendenza, con SHANGHAI che guadagna quasi lo 0,5%, anche se HONG KONG è in netto calo, sulla scia di Wall Street (ma il titolo Prada è in netto rialzo, toccando quasi il +2%).
Un sondaggio privato sul settore cinese dei servizi ha indicato che la crescita ha leggermente rallentato, ma il dato è solo servito a rafforzare le attese su ulteriori misure di stimolo da parte del governo di Pechino.
Lo Shanghai Composite Index ha toccato i massimi dal febbraio 2013. A spingere la borsa è stato in particolare l'immobiliare, dopo che la banca centrale ha annunciato misure per aiutare il settore.
La borsa di SYDNEY ha chiuso invece ai minimi da febbraio scorso, sempre sull'onda dei timori sull'andamento dell'economia globale. Ne hanno risentito in particolare i titoli legati alle materie prime e ai consumi ciclici. A settembre il mercato australiano ha già perso il 6% a causa del rallentamento della crescita in Cina.
TAIWAN ha terminato la seduta in netta perdita, nonostante le misure annunciate dall'authority di controllo finanziario per sostenere la fiducia, dopo la recente fuga degli investitori stranieri. Sulla borsa ha pesato anche il timore per la diffusione di Ebola.
Giù anche il mercato di Seoul, che nel corso della seduta ha toccato i minimi da cinque mesi. In calo la moneta locale, il won, mentre gli investitori stranieri continuano a scambiarla con il dollaro.
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