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Borse Asia-Pacifico deboli, timori rialzo tassi Fed dopo dati lavoro Usa

Pubblicato 09.03.2015, 09:03
© Reuters. A man monitors stock market prices inside a brokerage in Taipei
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(Reuters) - I mercati asiatici oggi sono in calo mentre il dollaro è stabile, dopo i dati positivi sul mercato del lavoro Usa che hanno alimentato le aspettative di un rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed prima del previsto.

L'indice principale MSCI della regione, che non include la borsa di Tokyo, perde l'1,19% alle 8,20 ora italiana. L'indice giapponese Nikkei ha chiuso a -1%, dopo il nuovo massimo da 15 anni toccato venerdì.

Anche i mercati europei sono attesi in calo, nella giornata in cui la Bce avvia il programma di acquisto di titoli di Stato.

I dati sugli occupati non agricoli negli Stati Uniti venerdì hanno mostrato un tasso disoccupazione al 5,5% a febbraio, minimo da sei anni e mezzo.

"Lo spettro è quello della Fed che alza i tassi di interesse in un'economia in rallentamento e di un dollaro più alto e di tassi reali più alti che tolgono altra energia all'economia. Chi dovrebbe rallegrarsene?", dice un analista di Reorient Research.

"La Fed non agirà prima del tempo su questi dati e vorrà aspettare, ma non scommettiamo su una pazienza incondizionata a tempo indefinito", commenta invece un analista di Mizuho Bank.

A Wall Street l'indice S&P500 venerdì ha perso l'1,4%, ai minimi da tre settimane.

In controtrend SHANGHAI, dopo le perdite di inizio seduta legate ai timori sulla liquidità per l'ondata di Ipo: chiusura in rialzo dell'1,9%, con il subindice del settore bancario salito del 5,9%.

In leggero calo HONG KONG. PRADA perde lo 0,6% circa.

Chiusura in calo dell'1% per SEUL e dello 0,9% per TAIWAN.

© Reuters. A man monitors stock market prices inside a brokerage in Taipei

In territorio negativo SINGAPORE e MUMBAI, zavorrata da tecnologici e bancari.

SYDNEY ha terminato la seduta in calo dell'1,3% a 5.821,3 punti, la perdita più consistente dallo scorso 6 gennaio e la chiusura peggiore dal 12 febbraio. Hanno pesato i titoli legati alle materie prime, con il minerale di ferro che ha toccato un nuovo minimo alla notizia del rischio di chiusura per alcune acciaierie cinesi nell'ambito della campagna anti-inquinamento.

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