Investing.com - Apertura in calo delle principali piazze europee questo lunedì, gli investitori considerano la difficoltà del governo Trump di portare avanti la riforma sanitaria come un segnale che il Presidente possa incontrare resistenze anche nel caso della riforma fiscale, della deregulation e della spesa per le infrastrutture.
Negli scambi di mezzogiorno in Europa, l’indice di riferimento Euro Stoxx 50 scende dello 0,53%, il francese CAC 40 è in calo dello 0,46% ed il tedesco DAX 30 segna -0,84%.
Le borse asiatiche hanno chiuso in calo, e anche i future USA puntano ad un’apertura negativa.
Gli investimenti rifugio come yen e metalli preziosi segnano un’impennata, mentre il dollaro registra un forte calo.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,61% a 98,98, alle 5:30AM ET (9:30GMT).
Contro lo yen, il dollaro crolla dell’1% al minimo da novembre, mentre l’euro tocca il massimo da dicembre.
L’oro è schizzato al massimo di 4 settimane nella mattinata europea, a causa del dollaro più debole che rende il metallo prezioso “più conveniente” per i titolari di altre valute.
Per quanto riguarda i dati, in Germania la fiducia delle imprese tedesche è migliorata al massimo dal giugno 2011, indicando una ripresa della principale economia della zona euro.
Il prezzo del greggio scende negli scambi della mattinata europea di questo lunedì, avvicinandosi ai minimi dalla fine di novembre, dopo i dati sull’attività estrattiva negli USA che alimentano i timori sul problema dell’eccesso di scorte.
In calo i titoli energetici, con il colosso francese del petrolio e del gas Total SA (PA:TOTF) giù dello 0,10%, l’italiana ENI (MI:ENI) in calo dello 0,27% e la norvegese Statoil (OL:STL) giù dello 0,49%.
Anche i titoli finanziari risentono dell’avversione al rischio, con le francesi BNP Paribas (PA:BNPP) e Societe Generale (PA:SOGN) in calo dello 0,94% e dell’1,54, mentre le tedesche Commerzbank (DE:CBKG) e Deutsche Bank (DE:DBKGn) crollano rispettivamente dell’1,65% e dell’1,03%.
Tra le banche periferiche, in Italia Intesa Sanpaolo (MI:ISP) scende dello 0,55% ed Unicredit (MI:CRDI) crolla del 2,15%, mentre in Spagna BBVA (MC:BBVA) e Banco Santander (MC:SAN) sono in calo rispettivamente dell’1,14% e dell’1,07%.
A Londra, il FTSE 100 legato alle materie prime scende dello 0,74% per via dei ribassi registrati dai titoli minerari.
Glencore (LON:GLEN) crolla del 2,74% ed Anglo American (LON:AAL) scende dell’1,84%, mentre BHP Billiton (LON:BLT) e Rio Tinto (LON:RIO) crollano rispettivamente del 2,53% e dell’1,49%.
In calo i titoli energetici, con BP (LON:BP) in calo dello 0,63% e la rivale Royal Dutch Shell (LON:RDSa) che scende dello 0,55%.
Misti i titoli finanziari: HSBC Holdings (LON:HSBA) scende dello 0,77% e Royal Bank of Scotland (LON:RBS) crolla dell’1,21%, mentre Barclays (LON:BARC) e Lloyds Banking (LON:LLOY) scendono rispettivamente dell’1,70% e del 2,28%.
Negli Stati Uniti, i future puntano ad un’apertura negativa. I future Dow Jones Industrial Average scendono dello 0,49%, i future S&P 500 sono in calo dello 0,65%, mentre i future Nasdaq 100 segnano -0,57%.