Di Liz Moyer
Investing.com - I titoli azionari statunitensi sono in salita, guidati dal settore tecnologico in un’ondata di tagli ai costi in preparazione a un rallentamento dell’economia.
Alle 15:43 CET, il Dow Jones Industrial Average era in calo di 33 punti o dello 0,1%, mentre l’S&P 500 era in aumento dello 0,2% e il NASDAQ Composite dello 0,6%.
La controllante di Google Alphabet Inc. Class C (NASDAQ:GOOG) è stato l’ultimo colosso tech a unirsi al coro dei tagli ai costi, annunciando l’intenzione di tagliare 12.000 posti di lavoro, dopo le migliaia di licenziamenti recentemente annunciati da Microsoft Corporation (NASDAQ:MSFT) e Amazon.com, Inc. (NASDAQ:AMZN). Le azioni di Alphabet (NASDAQ:GOOGL) sono salite del 3,9%.
NetflixInc (NASDAQ:NFLX) sta contribuendo a risollevare i mercati grazie al superamento delle aspettative sugli abbonamenti nel quarto trimestre. Il gigante dello streaming ha dichiarato di aver aggiunto 7,66 milioni di abbonati, rispetto ai 4,5 milioni previsti. Le azioni sono salite dell’8,4%.
Nelle ultime tre sedute i titoli sono crollati a causa delle crescenti preoccupazioni per una recessione futura, mentre la Federal Reserve continua ad aumentare i tassi di interesse per calmare l’inflazione. I principali indici si avviano a registrare la prima settimana negativa dell’anno.
I funzionari della Fed puntano a spingere i tassi oltre il 5%, il che significa che non hanno ancora finito. Gli investitori speravano che a un certo punto la Fed potesse sospendere i rialzi dei tassi o addirittura iniziare a tagliarli.
Il mercato si aspetta che la Fed aumenti i tassi di un altro quarto di punto percentuale quando prenderà la prossima decisione a febbraio. Oggi gli investitori ascolteranno altri due funzionari della Fed, tra cui il Presidente della Fed di Philadelphia Patrick Harker e il Governatore della Fed Christopher Waller.
Più tardi verranno pubblicati i dati sulle case esistenti, nel contesto del continuo rallentamento del mercato immobiliare.
Il petrolio è in calo. I future WTI sono scesi dello 0,6% a 80,11 dollari al barile, mentre i future Brent sono scesi dello 0,5% a 85,94 dollari al barile. I future dell’oro sono rimasti invariati a 1923 dollari.