Di Alessandro Albano
Investing.com - Con il rendimento del Treasury a 10 anni sulla soglia dell'1,9%, il Bund tedesco sulle medesima scadenza ha superato per la prima volta dal maggio 2019 lo 0%, scatenando un effetto domino sul debito sovrano degli altri Stati membri.
In Italia, il Btp a 10 anni rende sul mercato secondario l'1,42% (massimi da giugno 2019) con spread a 135 punti base, il titolo francese a 10 anni è balzato allo 0,4%, mentre il decennale spagnolo ha toccato lo 0,7%. Tra i periferici, il portoghese 10y scambia in area 0,7% (+3,5%).
Pressoché fermi i contratti assicurativi, segnale di una certa stabilità del rischio del debito, con i CDS sul decennale italiano a 137, e stabili a 89 sulla scadenza a 5 anni (-1,33% su base settimanale).
Oltre alle previsioni per i diversi aumenti del costo del dollaro nel corso del 2022, la pressione sui bond europei è arrivata dopo la corsa dell'inflazione tedesca (+5,3% YoY a dicembre) ai massimi in 30 anni, seguita un'IPC britannica anch'essa ai livelli del 1992 (+5,4%).
All'aumento dell'inflazione e i costi energetici, va di pari di passo la discussione sull'aumento del debito (sia pubblico che privato), esploso durante i due anni della pandemia. Su questo punto si è soffermato l'Ecofin di martedì, con il neo ministro per le Finanze tedesco Cristian Lindner che ha rimarcato la differenza di vedute tra Stati 'frugali' e Paesi come Italia e Francia, affermando che il Patto di stabilità ha mostrato di "essere flessibile durante la crisi", ma adesso è arrivato il momento di "di una riduzione del debito pubblico".
Nonostante una coalizione, quella tedesca, lontana in apparenza dalle posizioni di austerity dell'era Merkel, la questione della riduzione del deficit resta la priorità del governo Scholz. E con una minore richiesta di fondi ai mercati del credito e un Fiscal Compact ancora nella sua forma originale, la pressione sugli spread periferici potrebbe aumentare (senza tenere conto dei rischi politici che arrivano da Roma).
"Spesso si discute del debito pubblico riguardo ad un singolo stato e ci si dimentica che però il problema è mondiale: nel 2020 il debito pubblico globale ha sfiorato il 100% del PIL (il 124% nelle economie avanzate) e conta per il 40% del debito totale, raggiungendo la quota più alta dagli anni ‘60. In peggioramento anche il rapporto tra debito privato e PIL che è salito dal 164% del 2019 al 178%", ha spiegato Antonio Tognoli, head of research di Integrae Sim.
"La crescita del debito tende ad amplificare le vulnerabilità delle economie, specialmente nel momento in cui le condizioni di finanziamento si restringono. Difficile però rientrare dai debiti con eccessiva rapidità, pena la strozzatura della ripresa. E’ invece necessario raggiungere un nuovo equilibrio tra sostengo alla crescita e bilanci a rischio", ha aggiunto l'esperto.
Intanto, Borse europee a due velocità con FTSE MIB in calo dello 0,7%, DAX al -0,1%, Cac al +0,3% e FTSE 100 sulla parità.