Di Mauro Speranza
Investing.com - Ancora un colpo assestato da Donald Trump nella guerra commerciale, ormai diventata mondiale, e i mercati si tingono di rosso profondo.
Il Ftse Mib, il Dax, il Cac 40 e l’Ibex 35 non resistono e cedono oltre l’1%, seguiti dal Ftse 100 leggermente migliore (-0,77%).
A Milano quasi tutte in rosso le blue chips, con il tracollo di Tenaris (MI:TENR) (-5%) e Fiat (MI:FCHA) (-4%), mentre cedono ‘solo’ il 2% CNH Industrial (MI:CNHI), Prysma, Exor (MI:EXOR), Pirelli (MI:PIRC), Intesa Sanpaolo (MI:ISP), Ubi Banca (MI:UBI) e Unicredit (MI:CRDI).
Si salvano la Juventus (MI:JUVE), Leonardo, Amplifon (MI:AMPF), Terna (MI:TRN) e Italgas (MI:IG), che riescono con fatica a mantere il verde.
Sale ancora lo spread che supera i 290 punti, ai massimi da novembre, con i titoli di stato italiani a 10 anni che sfondano il 2,73%.
Ieri Donald Trump ha rivolto le sue ‘attenzioni’ verso il Messico, annunciando a sorpresa che dal 10 giugno saranno imposte tariffe del 5% sulle importazioni dal paese. Inoltre, Trump ha minacciato i messicani che i dazi “saliranno gradualmente” fino al 25% nel caso in cui il Messimo non agirà per cercare di bloccare il flusso di immigrati illegali.
“Ci auguriamo di non arrivare al 25%”, dichiara il capo dello staffa ad interim della Casa Bianca, Mick Mulvaney, sottolineando che il Congresso era stato informato in precedenza. Mulvaney, inoltre, aggiunge che i dazi sull’immigrazione sono un tema completamente separato da quello commerciale.
“Non sapevamo, non era atteso”, ha dichiarato il vice ministro messicano per il Nord America, Jesus Seade. “Non vogliamo una guerra commerciale con gli Stati Uniti” aggiunge Seade, precisando che non ci saranno ritorsioni “fino a quando” la misura non sarà stata attentamente esaminata.
L’annuncio del presidente americano ha come effetto immediato quello di far crollare il peso messicano, che arriva a perdere fino al 3%.