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Eni, asset australiani sempre nel mirino di società estere

Pubblicato 26.05.2020, 12:32
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Di Mauro Speranza

Investing.com – Resta al centro dell'attenzione dei mercati Eni, mentre si diffondono voci relative alla vendita degli asset australiani della compagnia petrolifera italiana.

L'advisor dell'operazione, Citigroup, sta ricevendo le prime manifestazioni di interesse e secondo alcune indiscrezioni diffuse da MF, tra i pretendenti ci sarebbe Roc Oil, società petrolifera australiana che fa capo al gruppo cinese Fosun.

La vendita potrebbe fruttare a Eni circa 1 miliardi di dollari, secondo fonti Reuters, e potrebbe voler dire la quasi totale uscita della società dall'Australia.

Secondo le stesse fonti, “il gruppo italiano ha scelto di vendere gli asset per ottenere liquidità dopo che la recessione globale causata dalla pandemia di coronavirus ha portato al crollo dei prezzi del petrolio”.

”Le attività di Eni in Australia si basano principalmente sulla vendita di gas naturale nel mercato interno e pertanto sono meno esposte alla domanda globale e alle fluttuazioni dei prezzi, rendendole un obiettivo potenzialmente interessante per gli acquirenti”, aggiungevano dall'agenzia.

Eni, gestisce una serie di giacimenti di gas offshore nel nord dell'Australia e detiene partecipazioni in quattro licenze di esplorazione, tra cui la Joint Petroleum Development Area nel Mare di Timor.

Inoltre, Eni controlla il Blacktip Gas Project nelle acque poco profonde al largo del Territorio del Nord e ha quote nel giacimento di gas e condensati di Bayu-Undan e nel relativo impianto di Gnl di Darwin.

Gli asset di Eni al centro delle mire sarebbero l'11% di Darwin LNG, l'impianto di Yelcherr, sviluppi energetici come il Blacktip Gas Project e altre aree esplorative (Bayu Udan, Evans Shoal).

Nella lista degli interessati era spuntanti fuori i nomi di Apa Group, Beach Energy, Ifm investors e Qic Ltd, mentre in queste ore emergono Oxy, BP (LON:BP), Chevron (NYSE:CVX) e Santos (ASX:STO).

“La dismissione avrebbe senso dal punto di vista strategico, mentre il valore di riferimento degli asset in questione potrebbe essere individuato in $100-300 mn”, spiegano gli esperti di Equita, i quali sottolineano che “la cessione, se realizzata, avrebbe risvolti marginalmente positivi per il titolo”.

A Piazza Affari, intanto, il titolo ENI (MI:ENI) vira in negativo dopo un inizio passato intorno alla parità, non riuscendo a restare in scia del recupero dei prezzi del petrolio, oggi sopra i 34 dollari per il WTI e a 36 dollari al barile per il Brent.

Le posizioni degli analisti sul titolo

Gli esperti di Equita mantengono la posizione 'buy' sul titolo, con un prezzo obiettivo di 11 euro. Questi esperti sottolineano come il tribunale di Londra si sia dichiarato non competente circa le accuse di tangenti da 1 mld di dollari a Eni e Shell per il campo OPL 245.

Nei giorni scorsi, infatti, da Eni comunicavano che “la competenza rimane quindi in capo al solo Tribunale italiano, dove si attende la sentenza”.

Inoltre, da Eni ricordano “che nell’ottobre 2019 il Dipartimento di giustizia americano, e più recentemente la Securities and Exchange Commission americana, avevano chiuso le proprie indagini sull’operazione Opl245 senza intraprendere alcuna azione”.



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