Di Mauro Speranza
Investing.com – Eni (MI:ENI) tra i peggiori del Ftse Mib in apertura, dopo la diffusione dei conti 2020 avvenuta in una nota pubblicata questa mattina prima dell’apertura del mercato.
Le azioni Eni vengono scambiate a 8,96 euro, segnando così un calo dell’1,5%, seconda solo a Diasorin (MI:DIAS) tra le flessioni maggiori del principale indice di Piazza Affari.
La società petrolifera ha visto un 2020 chiudersi con una perdita netta di 8 miliardi e un risultato netto - adjusted, rettificato - di meno 0,74 miliardi.
Il Consiglio di amministrazione, che approva i dati, comunica anche che la perdita netta è stato di 0,725 miliardi nel quarto trimestre (mentre per l'adjusted c'è stato un ritorno in utile a 66 milioni).
Il cda di ha comunque confermato la proposta di dividendo 2020 pari a 0,36 euro per azione, di cui 0,12 euro versati in sede di acconto a settembre 2020. La proposta del cda verrà sottoposta all'assemblea degli azionisti che si riunirà il 12 maggio.
Un anno difficile anche per Eni
“Nell’anno più difficile nella storia dell’industria energetica, Eni ha dato prova di grande forza e flessibilità, rispondendo con prontezza allo straordinario contesto di crisi e progredendo nel processo irreversibile di transizione energetica”, dichiara l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.
“In pochi mesi abbiamo rivisto il nostro programma di spesa e minimizzato l’impatto sulla cassa della caduta del prezzo del greggio, aumentato la nostra liquidità e difeso la nostra solidità patrimoniale”, aggiunge.
“I risultati del quarto trimestre, con un prezzo del Brent a 44 $/barile sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente, superano le aspettative del mercato a livello di utile operativo ed utile netto, e confermano la generazione di cassa operativa e l’efficacia della nostra azione di risposta alla crisi", evidenzia Descalzi.
“Mentre il settore upstream consolida fortemente la tendenza alla ripresa, nell’anno i business destinati alla generazione e vendita di prodotti decarbonizzati hanno conseguito risultati eccellenti, con l’Ebit di Eni gas e luce in aumento del 17% e le lavorazioni delle bio raffinerie del 130%, oltre a 1GW di capacità di generazione da solare ed eolico già installata o in fase di sviluppo”, sottolinea il manager.
“Abbiamo posto le basi per una forte accelerazione delle rinnovabili, con l’ingresso in due mercati strategici quali gli USA e l’eolico offshore del Mare del Nord, con la partecipazione al progetto Dogger Bank in UK che sarà il più grande al mondo nel suo genere. Grazie alle azioni che abbiamo messo in campo, la generazione di cassa adjusted 2020 di €6,7 miliardi è stata in grado di autofinanziare i capex con un avanzo di €1,7 miliardi. L’indebitamento netto (ante IFRS 16) rimane al livello di fine 2019 ed il leverage si attesta intorno al 30%”, conclude Descalzi.