AMSTERDAM/MILANO (Reuters) - La Corte di giustizia europea ha detto che l'impianto siderurgico dell'ex Ilva di Taranto, oggi Acciaierie d'Italia, dovrà essere chiuso se pone gravi e significativi rischi per l'ambiente e la salute.
Il sito pugliese è da anni oggetto di contestazioni per l'impatto sull'ambiente e la salute umana, la cui difesa è tra gli obiettivi chiave del diritto europeo.
Le misure per ridurre le emissioni dell'ex Ilva sono state pianificate nel 2012, ma il termine per l'attuazione è stato sistematicamente posticipato.
La Corte ha richiamato l'Italia per aver ripetutamente prolungato l'attività dell'acciaieria sulla base delle emissioni prevedibili sostenendo che, se le emissioni effettive dovessero superare i limiti accettabili, la produzione dovrebbe essere sospesa.
"La Corte afferma che, contrariamente a quanto sostenuto dall'Ilva e dal governo italiano, il procedimento di riesame non può limitarsi a fissare valori limite per le sostanze inquinanti la cui emissione era prevedibile. Occorre tener conto anche delle emissioni effettivamente generate dall'installazione nel corso del suo esercizio e relative ad altre sostanze inquinanti".
"In caso di pericoli gravi e rilevanti per l'integrità dell'ambiente e della salute umana, il termine per applicare le misure di protezione previste dall'autorizzazione all'esercizio non può essere prorogato ripetutamente e l'esercizio dell'installazione deve essere sospeso", ha detto la Corte.
In una nota diffusa in serata, Acciaierie d'Italia evidenzia che la sentenza "fa riferimento a fatti risalenti al 2013, oggi ampiamente superati grazie agli ingenti investimenti effettuati per il risanamento ambientale, in particolare la copertura dei parchi minerari, opera unica in Europa".
"L'obiettivo della nuova gestione straordinaria - prosegue la nota di Acciaierie d'Italia - è stato sin da subito quello di lavorare per ottemperare a tutte le prescrizioni del piano ambientale. Recentemente è stata consegnata al ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica e al ministero della Salute la valutazione di impatto sanitario (Vis) sulla quale si baserà il riesame e dalla quale emergono elementi tranquillizzanti, fermo restando le valutazioni degli organi competenti".
SODDISFAZIONE PER CITTADINI TARANTINI
La decisione della Corte Ue potrebbe mettere fine ai continui rinvii nella attuazione del piano per ridurre le emissioni dell'ex Ilva, aprendo la strada alla sospensione delle attività dell'impianto in caso di pericolo grave.
La Corte europea ha comunque detto la decisione sulla prosecuzione delle attività dell'impianto spetta al tribunale di Milano, che aveva richiesto alla Corte Ue di pronunciarsi in merito.
Numerosi abitanti del tarantino hanno agito in giudizio dinanzi al Tribunale di Milano contro il proseguimento dell'esercizio dell'acciaieria, sostenendo che le sue emissioni nuocciono alla loro salute e che l'installazione non è conforme ai requisiti della direttiva relativa alle emissioni industriali.
Soddisfazione da parte loro per il pronunciamento odierno.
"Non è andata bene, è andata benissimo, nel senso che nel dispositivo (la Corte Ue) ha detto chiaramente che in un caso come l'Ilva, l'attività va sospesa. Adesso vedremo con calma di leggere le motivazioni addotte dalla Corte", posta su facebook Maurizio Rizzo Striano, uno degli avvocati dell'Associazione Genitori Tarantini.
Lo stabilimento ex-Ilva a Taranto e con una superficie di circa 1.500 ettari, è una delle acciaierie più grandi d’Europa.
(Tradotto da Camilla Borri, in redazione Gianluca Semeraro, editing Claudia Cristoferi, Francesca Piscioneri,)