Investing.com - Fiat (MI:FCHA) e tutto il settore auto restano tra i più colpiti dall’improvviso attacco di Donald Trump verso il Messico, usando l’arma dei dazi come ricatto per l’immigrazione messicana verso gli USA.
Fca cede oltre il 5% a Milano, tra le peggiori del settore auto di tutta Europa, seguita da Exor (MI:EXOR), Ferrari (MI:RACE) e Pirelli (MI:PIRC) a -2%. L’indice europeo, lo STOXX 600 Auto&Parts, cede oltre il 3%, trascinato dai francesi di Faurecia (PA:EPED) (-8,5%), Renault (PA:RENA), Peugeot (PA:PEUP) (-1,97%), e Michelin (PA:MICP) (-2,12%). Sulla stessa scia le tedesche Porsche (DE:PSHG_p) (-3,58%), Daimler (DE:DAIGn) (-3,05%), Volkswagen (DE:VOWG) (-2,90%), Continental (-2,41%) e BMW (DE:BMWG) (-2,25%).
Ieri anche le giapponesi Mazda (T:7261) e Nissan (T:7201) sono state colpite pesantemente, rispettivamente con un -7 e -5% nella borsa di Tokyo.
Trump ha annunciato l’imposizione dal 10 giugno dei dazi al 5% sulle merci provenienti dal Messico, minacciandone l’aumento fino al 25% se i messicani non provvederanno a fermare l’immigrazione verso gli Stati Uniti.
Fiat Fca “ha un'esposizione diretta limitata (in quanto produce in Messico solo il 10% delle Jeep Compass e RAM Heavy Duty venduti negli Usa)”, spiegano gli analisti di Equita. Tuttavia la minaccia di Trump “crea scompensi all'interno dell'intera filiera dell'auto con gli effetti indiretti per i componentisti che forniscono parti dal Messico per gli impianti di assemblaggio negli Usa”, spiegano gli esperti.
Nel frattempo, proseguono le mosse diplomatiche in previsione del cda di Renault di lunedì che valuterà la proposta di fusione arrivata da Fiat.
Hiroto Saikawa, presidente di Nissan, aveva dichiarato di voler “esaminare attentamente” l’impatto della fusione, spiegando di “dover incontrare e parlare direttamente” con John Elkann.
Il pupillo degli Agnelli si sarebbe mosso per incontrare i giapponesi e chiarire le criticità, specialmente quelle relative ad alcune sovrapposizioni dei modelli di SUV a marchio JEEP e Nissan.