Investing.com - L’oro crolla negli scambi europei di questo giovedì, per via dell’impennata del dollaro seguita alla decisione della Federal Reserve di alzare i tassi di interesse per la prima volta in quasi un decennio.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a febbraio crolla di 11,00 dollari, o dell’1,02%, a 1.065,80 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata europea. Ieri, il prezzo è schizzato di 15,20 dollari, o dell’1,43% per l’ondata di short-covering in vista del vertice della Fed.
La Fed ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base in un range compreso tra lo 0,25% e lo 0,5% come previsto, a conclusione del vertice di politica monetaria ieri.
Commentando la decisione, la Presidente della Fed Janet Yellen ha dichiarato che ulteriori aumenti dei tassi avverranno in modo graduale e dipenderanno dai dati.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,35% a 98,75. Un dollaro forte in genere pesa sull’oro, poiché riduce l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Il metallo giallo si avvia a chiudere il 2015 con un crollo annuo del 10%, il terzo calo annuale consecutivo, dal momento che le speculazioni sulla tempistica di un aumento dei tassi da parte della Fed sono state al centro dell’attenzione dei mercati per la maggior parte dell’anno.
Un aumento dei tassi di interesse di solito pesa sull’oro, poiché il metallo prezioso non riesce a competere con i tassi di interesse alti offerti da altri asset.
Intanto, i futures dell’argento con consegna a marzo crollano di 15,5 centesimi, o dell’1,09%, a 14,01 dollari l’oncia troy. All’inizio della settimana, il prezzo è crollato a 13,62 dollari, un livello che non si registrava dall’agosto del 2009.
Il prezzo del rame ha visto un crollo al minimo di oltre una settimana questo giovedì, dopo l’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve che ha spinto il dollaro, pesando sulla domanda delle materie prime.
Gli Stati Uniti pubblicheranno il report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione alle 8:30 ET, seguito dai dati sull’indice sul settore manifatturiero della Fed di Philadelphia per il mese di dicembre, che i traders seguiranno con particolare attenzione per avere maggiori informazioni sulla forza dell’economia.