OraFinanza - Rosso leggero a Wall Street dopo che ieri il Nasdaq aveva superato per la prima volta il traguardo dei 20 mila punti e lo S&P500 aveva chiuso ai massimi di una settimana a seguito dei dati sull’inflazione.
Oggi i future sull’indice tecnologico cedono lo 0,40%, seguiti dai contratti sul Dow Jones e da quelli sullo S&P500, di poco in rosso, mentre il dollaro guadagna sull’euro grazie all’effetto taglio dei tassi BCE e la coppia EUR/USD scende a 1,0482.
L’oro cede lo 0,70% anche se sia il prezzo spot (2.740 dollari) che il future restano sopra quota 2.700 dollari l’oncia, mentre il Bitcoin guadagna il 3% e torna sopra i 100 mila dollari.
Dal fronte macro oggi erano attesi i dati sui prezzi alla produzione, risultati a novembre in aumento al 3% su base annuale (2,6% previsto e precedente) e allo 0,4% mensilmente (0,2% previsto). Maggiore delle attese il numero delle richieste di disoccupazione per la settimana terminata il 7 dicembre, salite a 242 mila rispetto alle attese di 221 mila e alle 225 mila precedenti.
Se qualcuno si attendeva un maxi taglio, come nella stragrande maggioranza delle attese la Banca centrale europea ha tagliato i tassi di interesse di soli 0,25 punti base, pertanto ora i tassi sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3%, al 3,15% e al 3,40%, con effetto dal 18 dicembre 2024.
Francoforte inoltre ha lasciato intravedere la possibilità di ulteriori tagli eliminando il riferimento al mantenere i tassi su livelli “sufficientemente restrittivi”, ovvero su un livello che limita la crescita dell'economia.
La decisione “scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”, spiega il consiglio direttivo della BCE, definendo “ben avviato” il processo disinflazionistico che dovrebbe portare i prezzi stabilmente al 2% nel “medio termine”.
Nel dettaglio gli esperti dell’istituto si attendono un’inflazione complessiva in media al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,1% nel 2027, mentre al netto della componente energetica e alimentare i prezzi si porterebbero in media al 2,9% nel 2024, al 2,3% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e 2027.
Ora la parola spetta a Christine Lagarde che parlerà nel corso della consueta conferenza stampa in programma alle ore 14:45
Il mercato aveva già scontato questa decisione e l’Euribor 3 mesi, solitamente allineato dal tasso sui depositi della Bce, già a novembre si è portato mediamente intorno al 3% fino all’attuale 2,87%. Lo scorso mese, l’Irs a 20 anni (usato per la costruzione dei mutui a tasso fisso) è sceso 16 punti base rispetto alla media di ottobre e nei primi giorni di dicembre ha perso altri 19 punti base sulla media di novembre.
"Questo ci fa supporre che il mercato non si aspetta un’accelerazione momentanea del taglio dei tassi, ma preveda una politica monetaria stabilmente più accomodante nel prossimo futuro rispetto a quanto si aspettasse solo due mesi fa”, è l’analisi di Guido Bertolino, responsabile business development di Mutuisupermarket.it. “Le ragioni di queste nuove aspettative da ricondurre all’attuale debolezza dell’economia europee e in particolare del settore manifatturiero, quindi si dà per scontato che nel medio termine la domanda interna europea sarà debole raffreddando ulteriormente l’inflazione”, aggiunge l’esperto, ricordando come a queste criticità si aggiungano la minaccia di dazi sbandierata dal presidente eletto, Donald Trump, e le crisi di governo tedesca e francese.
Archiviata per il 2024 la BCE, ora l’attenzione si sposta sulla Federal Reserve, prevista riunirsi la prossima settimana, il 17 e il 18 dicembre e gli analisti di Jefferies si attendono un taglio di 25 punti base. Per il 2025, gli esperti del broker prevedono altri quattro tagli simili nel corso del prossimo anno.
Le scommesse dei trader sul taglio della prossima settimana ora superano il 98%, secondo lo strumento FedWatch di CME Group: erano aumentate dopo il rapporto sull'occupazione di venerdì scorso che aveva mostrato un aumento della disoccupazione a novembre nonostante un'impennata nella crescita dell'occupazione.
“Se prevediamo un secondo taglio consecutivo di 25 punti base da parte della Fed la prossima settimana, ci aspettiamo che la Fed concluda il proprio ciclo di tagli dei tassi nel primo trimestre del 2025 a un plateau del 4%”, spiega Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac. Nel breve termine, prosegue l’esperto, “è improbabile che la Fed cerchi di anticipare le politiche della futura amministrazione statunitense. Per il momento, quindi, è probabile che rimanga su una linea accomodante, intrapresa dopo il primo taglio dei tassi dello scorso settembre”.
Tuttavia, “nel medio termine (da uno a due trimestri), se le politiche del governo statunitense dovessero far aumentare la crescita, i prezzi e il deficit, mentre l’output gap sarà ampiamente chiuso, la Fed potrebbe adottare un approccio restrittivo”, prevede Thozet.
Domino's Pizza (+0,50%) trasferirà volontariamente la quotazione delle sue azioni dal New York Stock Exchange al Nasdaq Global Select Market a partire dal 2 gennaio 2025, mantenendo il suo attuale simbolo ticker ‘DPZ’.
Centene (+2%): prevede per il 2025 un EPS annuo di oltre 7,25 dollari superiore alla stima degli analisti di 6,97 dollari (dati LSEG).
Keros Therapeutics (-71%): ha interrotto il dosaggio delle dosi da 3 e 4,5 mg del suo trattamento per l'ipertensione in uno studio di fase intermedia a causa dell'accumulo di liquidi intorno al cuore.
Nordson (-5%): prevede ricavi per il 2025 di 2,75-2,87 miliardi di dollari, inferiori alle stime degli analisti di 2,93 miliardi (dati LSEG).
Chewy (-2%): ha annunciato un'offerta di circa 15,9 milioni di azioni vendute da BC Partners, il suo maggiore azionista, a 31,54 dollari, implicando uno sconto del 3,1% rispetto alla chiusura di ieri (32,54 dollari).
Ciena (-5%): riporta un EPS rettificato per il quarto trimestre di 54 centesimi, inferiori le stime degli analisti di 66 centesimi (dati LSEG).
Microsoft (NASDAQ:MSFT)
RBC: ‘buy’ e target price confermato a 500 dollari.
NIKE
RBC: ‘neutral’ e prezzo obiettivo sempre a 80 dollari.
Pfizer (NYSE:PFE)
JP Morgan (NYSE:JPM): ‘neutral’ e target price ribadito a 30 dollari.
The Coca-Cola Company (NYSE:KO)
Deutsche Bank (ETR:DBKGn) Securities: da ‘neutral’ a ‘buy’ e prezzo obiettivo alzato da 68 a 70 dollari.
PepsiCo
Deutsche Bank Securities: da ‘neutral’ a ‘buy’ e target price aumentato da 179 a 184 dollari.
Adobe (NASDAQ:ADBE)
Bernstein: ‘buy’ e prezzo obiettivo tagliato da 644 a 587 dollari.