Di Geoffrey Smith
Investing.com - Lo spettro del riciclaggio di denaro aleggia di nuovo sulle banche europee.
ABN Amro crolla dell’8,5% questa mattina dopo aver reso noto che i pubblici ministeri olandesi stanno indagando alla ricerca di possibili violazioni della legge contro il riciclaggio di denaro, indagine che secondo le notizie comprenderebbe anni di transazioni dei clienti di ABN.
E questo ha fatto scivolare il titolo al fondo dell’indice locale AEX, in una giornata in cui la maggior parte degli indici in Europa si godono una giornata positiva ondeggiando su e giù, impotenti, sulla scia delle notizie inconsistenti da Stati Uniti e Cina riguardo allo scontro commerciale.
L’indice di riferimento Stoxx 600 sale dello 0,7% alle 5 ET (09:00 GMT), mentre il britannico FTSE 100 rimbalza dell’1,1% ed il tedesco Dax sale dello 0,6%.
Gli investitori della regione non sono dell’umore per fidarsi dell’indulgenza delle autorità, che hanno comminato al principale rivale di ABN, ING Groep (AS:INGA), una multa da 900 milioni di dollari per non aver notato anni di pagamenti illegali da parte dei suoi clienti, una sanzione che rispecchia anche il grado dell’ostilità pubblica nei confronti dei livelli salariali della dirigenza della banca.
Di conseguenza, il titolo di ABN è ora tornato al 6% dal minimo di tre anni toccato ad agosto.
La notizia arriva solo un giorno dopo della conferma da parte della polizia della morte di Aivar Rehe, che si era occupato del sospetto riciclaggio di oltre 200 miliardi di dollari tramite la filiale estone di Danske Bank tra il 2006 ed il 2015. Rehe era un testimone ma non un sospettato, secondo le indagini delle autorità estoni.
Il titolo di Danske è crollato di oltre il 60% da quando è scoppiato lo scandalo, all’inizio dell’anno scorso. Tutte queste brutte notizie erano già messe in conto nel prezzo del titolo, al punto che la notizia della morte di Rehe non l’ha mosso.
L’andamento al di sotto della media non si limita alle banche. Ericsson (BS:ERICAs), produttore svedese di impianti di reti di telecomunicazioni, scende dello 0,4% dopo aver messo da parte un miliardo di dollari per coprire il costo di chiudere la causa per corruzione. La compagnia aveva messo in guardia dai potenziali costi qualche mese fa ma finora non era riuscita a dare un prezzo. La cifra finale potrebbe essere superiore o inferiore a quella annunciata ieri.
Intanto, il gruppo di software TeamViewer ha avuto un inizio turbolento dopo l’IPO a Francoforte, la più grande IPO tech in Germania da quella di Infineon nel 2000. Il titolo della compagnia segna -1,0% a 25,05 euro, dopo essere stato lanciato ieri a 26,25 euro.
I problemi di TeamViewer non sono niente in confronto a quelli del colosso del tabacco Imperial Brands (LON:IMB), colato a picco con -10,3% dopo aver tagliato le previsioni sulle vendite per quest’anno per via delle condizioni “difficoltose” per i suoi prodotti non tradizionali. La fusione tra Altria (NYSE:MO) e Philip Morris (NYSE:PM) è saltata ieri quando Juul labs, produttore dei prodotti per vaporizzazione su cui Altria ha investito fortemente, ha perso il suo amministratore delegato ed ha sospeso la pubblicità negli USA dopo l’allerta sanitaria sui suoi prodotti.