Ormai siamo diventati quasi assuefatti ai continui rialzi dell'indice Standard & Poor's 500 che continua a macinare record su record. Basti pensare che da fine ottobre 2023 ad oggi è salito di oltre 40 punti percentuali. Una performance che ha visto rari momenti di consolidamento e ancor meno di ribasso (forse l'unico degno di nota è stato il minicrash dei primi di agosto).
Ed è forse proprio questo l'aspetto più incredibile di questo grande rally, che è avvenuto in un contesto geopolitico alquanto nebuloso, per usare un eufemismo.
Io spesso vado dicendo a colleghi di lunga data che se avessi avuto la possibilità leggere i titoli delle prime pagine dei più importanti quotidiani internazionali con un anno di anticipo, probabilmente mi sarei rovinato. Infatti, di fronte alle notizie geopolitiche terrificanti degli ultimi anni, chi avrebbe mai potuto ipotizzare un mercato azionario così resiliente?!
Nell'ultimo periodo sembra non venire intaccato neanche dalla possibilità che la FED si faccia più cauta di fronte agli ultimi dati che mostrano un’economia americana in buona salute e un CPI superiore alle attese (anche se sappiamo bene che la FED preferisce guardare l'indice PCE che ha un livello maggiore di accuratezza). E quindi, se i dati mostrano un potenziale rallentamento del PIL futuro, il mercato sale perchè pensa che la FED possa tagliare il costo del denaro, se invece la locomotiva americana continua la sua corsa, sale perchè le cose vanno bene. Praticamente sale sempre!
Il mercato obbligazionario invece è molto più reattivo e di fronte alle notizie che gli equity guys ignorano, i tassi si muovono molto più velocemente, con il decennale americano tornato sopra il 4% dopo un pull back di quasi 50 punti base, preoccupato sia dalla possibile cautela di Powell and co. sia, come scritto poc'anzi, da un'inflazione che comincia a dare qualche piccolo segnale di ripresa potenziale.
Non dimentichiamoci infatti che se il governo cinese dovesse proseguire con la ferma intenzione di rilanciare la propria economia (cosa che peraltro mi sarei aspettato facesse prima) con le misure “monstre" annunciate, sia monetarie che fiscali, il prezzo delle materie prime potrebbe continuare a salire con ovvie conseguenze sui prezzi al consumo.
Tra tre settimane, quando sapremo chi sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti, potremo farci un'idea più precisa di quali saranno gli orientamenti del mercato per i prossimi mesi. Diciamo però che per gli investitori occidentali forse è giunto il momento di tornare a guardare anche quello che accade nel "Paese di mezzo", visto che come ha detto l'economista Louis Gave, se non investi in azioni sottovalutate quando si trovano in un momentum positivo, con il supporto totale della politica, allora quando investi?
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