LONDRA (Reuters) - Gli investitori internazionali che negli ultimi anni si sono sempre più rivolti verso la Cina adesso si preparano a una delle sue più grandi cadute, mentre vengono al pettine i nodi del gigante immobiliare sovraindebitato China Evergrande.
I guai del leader dello sviluppo immobiliare sono aumentati da maggio. Il calo di fondi a fronte di 2.000 miliardi di yuan (305 miliardi di dollari) di passività ha polverizzato quasi l'80% del valore del titolo e delle obbligazioni in borsa, mentre incombe il pagamento di una cedola da 80 milioni di dollari di un bond la prossima settimana.
Cosa succederà non è ancora chiaro. I banchieri hanno detto che molto probabilmente il pagamento non verrà effettuato e la società entrerà in una fase in cui le autorità intervengono e cedono alcuni degli asset, ma lo scenario potrebbe complicarsi.
"Dovremo vedere cosa succede", ha detto Sid Dahiya a Londra, responsabile per i bond corporate EM di Abrdn, ex Aberdeen Standard, che detiene una piccola parte dei bond.
"Probabilmente stanno lavorando su un accordo, ma non abbiamo alcuna certezza e non abbiamo davvero alcun precedente, quindi è un territorio inesplorato".
Poco più di due settimane fa Evergrande ha lanciato un allarme sul rischio di inadempienza del suo debito, se non fosse riuscita a reperire i fondi necessari. Da allora la società ha fatto sapere che nonostante gli sforzi, nessun progresso è stato fatto.
Secondo gli analisti, se Evergrande - che è titolare di più di 1.300 progetti immobiliari sparsi in oltre 280 città - dovesse crollare, smentirebbe fermamente la tesi che alcune aziende cinesi sono troppo grandi per fallire.
Probabilmente quest'idea resta valida ovviamente per le grandi imprese legate allo Stato. Ma questa situazione si verifica comunque dopo che alcuni provvedimenti restrittivi di Pechino su grandi aziende tecnologiche come Alibaba e Tencent hanno cancellato quasi 1.000 miliardi di dollari di valore di mercato all'inizio dell'anno.
Finora il caso Evergrande ha avuto un impatto limitato ad altre imprese altamente indebitate "high-yield". Tuttavia l'indice azionario di Hong Kong, l'Hang Seng, ha toccato i minimi di 10 mesi ieri dimostrando che c'è un certo effetto contagio.
Sono coinvolti grandi nomi di fondi globali. I dati di Emaxx mostrano che Amundi, il più grande asset manager europeo, è il più grande detentore di obbligazioni internazionali di Evergrande, anche se è probabile che ne abbia ceduto almeno una parte prima del peggioramento della situazione.
Come mostrano i dati Emaxx, l'azienda con sede a Parigi aveva poco meno di 93 milioni di dollari di un'obbligazione da 625 milioni di dollari da rimborsare a giugno 2025. Ubs Asset Management era il secondo detentore della stessa emissione, con 85 milioni di dollari, nonché uno dei maggiori detentori complessivi.
Il co-responsabile per EM Corporate & EM High Yield di Amundi, Colm d'Rosario, ha descritto il quadro generale per molte aziende cinesi come intatto: "Tuttavia, aspettiamo l'inizio di un processo di ristrutturazione (di Evergrande) per avere maggiori informazioni".
"Resta da vedere l'entità delle perdite che gli investitori dovranno affrontare".
(Tradotto da Agnese Stracquadanio in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)