Investing.com -- JPMorgan (NYSE:JPM) ha alzato il velo per prima tra le grandi banche Usa sui conti del terzo trimestre 2023. Utile e fatturato sono entrambi in rialzo oltre le stime degli analisti. Nei tre mesi a settembre, la banca newyorkese ha riportato profitti netti per 13,151 miliardi di dollari, 4,33 dollari per azione, il 35% in più rispetto ai 9,737 miliardi e ai 3,12 dollari per azione dello stesso periodo del 2022. I ricavi reported sono saliti del 22% a 39,874 miliardi, mentre quelli managed del 21% a 40,686 miliardi.
Come si diceva, i conti superano le attese. Il consensus degli analisti, infatti, stimava profitti per azione per 3,96 dollari con ricavi per 39,57 miliardi (39,65 miliardi era la stima di Lseg). Il costo del credito si è attestato a 1,4 miliardi, i prestiti medi sono aumentati del 17% e i depositi medi sono calati del 4%.
A incidere sul risultato positivo sono stati in particolare tre fattori: l'aumento dei tassi di interesse, condizioni del credito favorevoli e l'acquisizione di First Republic Bank.
Per approfondire, scopri cos’è il piano da accumulo capitale e come può aiutare a proteggersi dalla volatilità dei mercati.
Il periodo più pericoloso
Risultati solidi anche dal punto di vista dell'amministratore delegato di JPMorgan, Jamie Dimon. Tuttavia, secondo il ceo, a causa delle incertezze macroeconomiche, tra guerre e inflazione, "questo potrebbe essere il periodo più pericoloso che il mondo ha visto in decenni".
Nonostante la buona salute economica di cui godono attualmente consumatori e imprese statunitensi, “la persistente tensione del mercato del lavoro e i livelli di debito pubblico estremamente elevati, con il più grande deficit fiscale mai registrato in tempo di pace, aumentano il rischio che l'inflazione rimanga elevata e che i tassi di interesse crescano ulteriormente", ha commentato Dimon.
Inoltre, ha spiegato, "non conosciamo ancora le conseguenze a lungo termine dell'inasprimento quantitativo". La guerra in Ucraina e il conflitto tra Israele e Hamas, poi, “potrebbero avere impatti di vasta portata sui mercati energetici e alimentari, sul commercio globale e sulle relazioni geopolitiche. Mentre speriamo per il meglio, ci prepariamo a qualunque scenario”, ha concluso l’ad della banca newyorkese.