Investing.com - Il prezzo del greggio sale negli scambi statunitensi di questo lunedì, dopo che il presidente venezuelano Nicolas Maduro nel weekend ha dichiarato che i paesi OPEC e non-OPEC sono “vicini” al raggiungimento di un accordo per stabilizzare il mercato del greggio e che secondo lui tale accordo potrebbe essere annunciato questo mese.
I membri dell’OPEC, guidati dall’Arabia Saudita e da altri maggiori esportatori del Medio Oriente, incontreranno i produttori non-OPEC, con in testa la Russia, durante un incontro informale previsto in Algeria tra il 26 e il 28 settembre.
Secondo gli esperti dei mercati, le possibilità che il vertice possa portare ad un’azione concreta per la riduzione dell’eccesso globale di scorte sono minime.
Molti analisti ritengono invece che i produttori continueranno a tenere d’occhio il mercato e probabilmente rinvieranno le trattative sul congelamento al vertice ufficiale dell’OPEC in agenda a Vienna il 30 novembre.
Il tentativo di congelamento della produzione all’inizio dell’anno è fallito quando l’Arabia Saudita si è tirata indietro dopo il rifiuto dell’Iran di prendere parte all’iniziativa, mettendo in evidenza la difficoltà di raggiungere un accordo da parte di paesi rivali dal punto di vista politico.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il contratto del Brent con consegna a novembre sale di 35 centesimi, o dello 0,75%, a 46,12 dollari al barile alle 9:42 ET (13:42 GMT). Il contratto prima ha segnato un balzo dell’1,8% al massimo della seduta di 46,62 dollari.
Venerdì, i futures del Brent scambiati sulla borsa di Londra sono crollati di 82 centesimi, o dell’1,76%. La scorsa settimana, il prezzo ha segnato un crollo di 2,04 dollari, o del 4,67%, nei timori per la possibile ripresa delle esportazioni da parte di Libia e Nigeria.
Le notizie sugli scontri nelle vicinanze dei porti petroliferi libici hanno supportato ulteriormente i guadagni. Le forze libiche orientali hanno reso noto di aver ripreso il controllo di due porti dove ieri la fazione nemica aveva lanciato un contrattacco, impadronendosi momentaneamente di un terminal.
La ripresa degli scontri potrebbe pesare sulle già difficili esportazioni di greggio della nazione.
Intanto, il greggio con consegna a novembre sul New York Mercantile Exchange sale di 43 centesimi, o dello 0,99%, a 44,05 dollari al barile, staccandosi dal massimo della seduta di 44,50 dollari.
I futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono crollati al minimo di cinque settimane venerdì, dal momento che i segnali di ripresa dell’attività di trivellazione negli Stati Uniti hanno scatenato i timori per l’eccesso di scorte.
Secondo Baker Hughes il numero degli impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti la scorsa settimana è salito di 2 unità a 416, l’undicesimo aumento in 12 settimane.
L’incremento delle esportazioni iraniane ha inasprito i timori per l’eccesso delle scorte globali. Il terzo principale produttore dell’OPEC ha aumentato le esportazioni di greggio a più di 2 milioni di barili al giorno ad agosto, riavvicinandosi ai livelli pre-sanzioni.
I mercati attendono inoltre l’esito dei vertici di politica monetaria della Federal Reserve e della Banca del Giappone in agenda il 20 e 21 settembre.